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Nuoro: sindaci mobilitati per salvare l’Ateneo

12 gennaio 2010

In un incontro sul futuro dell’Università il primo cittadino di Ollolai propone l’ingresso dei Comuni nel Consorzio di gestione.

L’unica proposta concreta e rivoluzionaria, nella monotona trattativa territoriale sul futuro dell’università nuorese, è arrivata dal sindaco di Ollolai. Efisio Arbau ha risposto non solo con il sostegno morale all’incontro promosso ieri mattina dal comitato in difesa dell’università barbaricina nell’aula magna del Consorzio universitario di via Salaris, ma invitando i sindaci del territorio ad entrare a far parte del nuovo organismo gestore dell’università ed investirvi risorse finanziarie proporzionate alle possibilità di bilancio.
Se avesse seguito, la proposta darebbe una boccata d’ossigeno ai corsi di laurea nuoresi, che oltre alla revisione dell’accordo di programma originario con gli atenei di Sassari e Cagliari avrebbero bisogno di risorse certe a lungo termine. Il ruolo non secondario di Provincia e comune di Nuoro, rappresentati all’incontro rispettivamente dall’assessore all’Università Franca Carroni e dal sindaco Mario Zidda, finora è stato quello di mettere a disposizione le strutture ed è ormai fuor di dubbio che qualunque sia il futuro dell’università, consorzio o fondazione, non si tireranno indietro. All’appello del comitato di cittadini hanno risposto anche alcuni politici del territorio, il parlamentare del Pdl, Bruno Murgia e i consiglieri regionali Silvestro Ladu, Pietro Pittalis e Roberto Capelli, quest’ultimo primo firmatario di un emendamento passato in Finanziaria quasi all’unanimità che prevede l’istituzione di un terzo polo universitario per la Sardegna centrale, unificando gli enti gestori di Oristano e Nuoro a partire dal gennaio 2011.
Ciò che lamenta il Comitato è tuttavia la mancanza di un progetto strutturato. «L’università come la biblioteca Satta, il museo Nivola, il museo del costume, il Man e la scuola di musica, fiori all’occhiello del territorio - lamenta il comitato - stanno risentendo della situazione politico-amministrativa, sociale ed economica che sta desertificando il territorio. In questo pantano l’Università è quella che rischia maggiormente. «La Regione sembra voler ritagliare un giusto spazio nel sistema universitario regionale a queste due sedi - proseguono i rappresentanti del Comitato - ma bisognerà vigilare sul percorso attuativo di questo progetto affinché Nuoro non perda il primato di unica sede gemmata in Sardegna per decreto ministeriale».
In proposito il comitato si interroga su alcune questioni ancora in gioco, dal ruolo della Regione nel nuovo accordo, alla possibilità di programmare i finanziamenti per almeno tre anni, a quello che sarà l’atteggiamento degli Atenei di Cagliari e Sassari, al sogno di veder nascere un Dipartimento dove poter fare ricerca.
L’attività didattica e scientifica ha ottenuto ottimi risultati. Ne è convinto il commissario del Consorzio universitario, che chiarisce, da tecnico, le caratteristiche della formazione universitaria nuorese. «Fino all’anno accademico 2008-2009 gli studenti iscritti erano 1035 - precisa Salvatore Cocco - quest’anno per effetto della legge Mussi e dei difetti di dialogo con la facoltà di Scienze politiche di Cagliari il numero si è ridotto a 732. L’iscrizione ai nostri corsi è spesso dettata da fattori economici e logistici - prosegue Cocco - inoltre molti impiegati pubblici si sono laureati nei corsi di pubblica amministrazione migliorando la loro professionalità e quindi i servizi al cittadino».
Il finanziamento regionale diviso per ogni studente ammonta a circa 2.600 euro, con lo stesso finanziamento regionale vengono assicurati gli stipendi a 35 lavoratori e a 119 docenti. In conclusione la sopravvivenza dei corsi nuoresi irradia benefici a un territorio ben più vasto di quello nuorese.
MARIA BONARIA DI GAETANO

 


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