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AperiTurismo con... Giulia Annis, hospitality manager delle Cantine Argiolas

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19 novembre 2018

Giulia Annis, hospitality manager delle Cantine Argiolas, è uno degli speaker di Sabores, il quinto e ultimo talk di AperiTurismo 2018.

Buongiorno Giulia, in che modo le cantine Argiolas incentivano l’offerta turistica legata al vino?

Le azioni per incentivare l’offerta turistica della Cantina Argiolas sono state sviluppate soprattutto nel corso degli ultimi quindici anni, a partire dai progetti di ristrutturazione degli spazi aziendali fino alla strutturazione vera e propria di un settore dedicato a questa specifica attività, rivolta naturalmente non solo agli enoturisti ma anche ai clienti del settore commerciale. I luoghi dedicati all’accoglienza in cantina, lo studio costante delle nostre proposte turistiche, l’individuazione del personale da dedicare a questa attività, la scelta dei partner, i rapporti con le agenzie, le relazioni con il territorio, la comunicazione, gli standard di qualità, questi ed altri fattori contribuiscono tutti insieme a sostenere e promuovere il sistema accoglienza della cantina.

Quanto influiscono visite ed escursioni sul vostro fatturato complessivo in percentuale?

L’attività collegata alle visite in cantina, pur con i suoi numeri rilevanti, in una realtà come la nostra rappresenta circa l’1% del fatturato complessivo aziendale.

Si tratta di numeri in crescita?

Si tratta di numeri in crescita. Dall’inizio della rilevazione dei dati la crescita dei visitatori in cantina è stata del 300%, frutto naturalmente di tutte le azioni che sono attuate nel tempo per promuovere questa attività.

Che tipo di visitatore viene in escursione nelle vostre cantine? Cosa cerca?

In cantina accogliamo visitatori in gruppi organizzati e individuali che prenotano in autonomia la propria esperienza. Gli individuali che visitano la cantina provengono per più del 60% dai paesi esteri mentre per quanto i riguarda i gruppi organizzati questa percentuale è ancora più alta perché sono stranieri per oltre l’80%. Analizzando i visitatori individuali, la fascia d’età più rappresentata è compresa tra 30/50 anni e a seguire la fascia più giovane tra i 20/30. Nella metà dei casi sono enoturisti, ossia persone che regolarmente durante le proprie vacanze inseriscono una visita in cantina. Generalmente si tratta di visitatori in coppia, mentre altre categorie ben rappresentate sono le famiglie e i gruppi di amici. Il livello socioeconomico è medio-alto. Tutte queste persone cercano una esperienza che soddisfi la propria passione per l’enogastronomia. Per quanto ci riguarda sono tanti i visitatori spinti dalla curiosità di conoscere l’azienda ed i luoghi dove nascono i vini che hanno scoperto e amato nei loro paesi d’origine o durante le vacanze in Sardegna; cercano pertanto un’esperienza genuina e di approfondimento.

Come è cambiato questo visitatore nel tempo?

Negli anni abbiamo registrato un aumento degli enoturisti e abbiamo riscontrato che i visitatori esperti di vino sono sempre più in aumento. Sono in aumento anche le donne appassionate e i giovani che si avvicinano con sincero interesse a questo mondo da scoprire con consapevolezza.

Quale la tematica del viaggio più affine del viaggiatore tipo che viene a visitarvi, ovvero quali altri segmenti turistici si combinano meglio con il wine tourism guardando alla vostra clientela: balneare, culturale, turismo attivo, altro...?

La passione per il vino e l’enogastronomia in generale non è nella maggior parte dei casi, l’unica motivazione di viaggio. I segmenti turistici che si combinano con il wine tourism cambiano anche secondo la stagione. D’estate ovviamente predomina la clientela balneare, mentre nelle stagioni primaverili e autunnali le esperienze di viaggio includono la scoperta di itinerari culturali o forme di turismo attivo ed escursionistico. Sono viaggiatori molto interessati alla cultura della Sardegna pertanto l’esperienza in cantina diventa un modo per raccontare anche le nostre tradizioni e la nostra storia. Da segnalare che nel periodo invernale aumentano i visitatori sardi che inseriscono una visita in cantina nella pianificazione di un weekend fuori porta.

Che tipo di offerta proponete?

La visita in cantina con degustazione è l’attività più richiesta dai nostri visitatori ma proponiamo anche itinerari tra i vigneti, lezioni di cucina, momenti conviviali ed eventi. Lo studio delle nostre proposte è costante e cerchiamo di inserire sempre qualche novità. Tra gli eventi, uno dei più attesi è Cantine Aperte che detiene il maggior riscontro; si tratta di un evento del Movimento Turismo del Vino, associazione di cui facciamo parte fin dalla sua fondazione.

Sul totale dei vostri visitatori/anno, quanti arrivano in gruppi organizzati, gestiti da terzi e quanti prenotano o arrivano direttamente da voi in modo spontaneo in percentuale?

Sul totale dei visitatori il 75% arriva in gruppi organizzati, il restante 25% prenota autonomamente attraverso i nostri canali. Se però consideriamo le prenotazioni che riceviamo, la percentuale ovviamente si capovolge perché il 75% delle prenotazioni che gestiamo riguarda visitatori individuali.

Ci sono anche proposte turistiche più strutturate dentro le quali sono inserite le vostre cantine come meta da visitare e luogo in cui avere un’esperienza di gusto?

La visita in cantina è inserita in proposte turistiche organizzate da agenzie e tour operator, ad esempio weekend enogastronomici o itinerari a tema che comprendono anche pernottamenti in zona o nel capoluogo.

State investendo per il prossimo futuro in ospitalità con una struttura dove accogliere i vostri ospiti. Da cosa nasce questa scelta?

Nasce dalla scelta di valorizzare la casa di Antonio Argiolas, il patriarca della cantina. È un luogo per noi importante non solo dal punto di vista affettivo ma anche simbolico, perché rappresenta l’inizio della nostra storia che continua generazione dopo generazione.

In cosa consiste questo progetto, cosa avete pensato?

Abbiamo avviato la ristrutturazione ma siamo ancora in fase progettuale; pertanto contiamo di poter presentare al pubblico il progetto solo nei prossimi anni.

Uscendo fuori dalla vostra specifica realtà, possiamo dire che ci siano segnali positivi per sviluppare il turismo enogastronomico in Sardegna? In una logica di “sistema” che cosa servirebbe per iniziare a posizionare l’Isola in questo segmento?

I segnali positivi sono evidenti, il cibo e il vino possono essere considerati non più solo come dei semplici prodotti ma come patrimonio culturale da valorizzare e preservare. A tal fine la creazione di esperienze enogastronomiche è essenziale e non può prescindere dalla collaborazione tra imprese del settore agroalimentare, con il coinvolgimento degli intermediari e il supporto di politiche a sostegno del sistema. È evidente quindi come sia importante il saper lavorare insieme con obiettivi comuni e con un'adeguata pianificazione.

Giulia Annis è uno degli speaker di Sabores, il quinto e ultimo appuntamento di AperiTurismo 2018.

VIDEO - Siete nostri ospiti (Cantine Argiolas)

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