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Home > Notizie e Rassegna stampa > 2009 > Sedi universitarie decentrate - Olbia
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Sedi universitarie decentrate - Olbia

Hotelpitrizza

8 gennaio 2009

Università fabbrica di posti di lavoro

Il miracolo economico, la ricetta contro il crollo dell’occupazione, non ha i contorni grigio fabbrica o il volto senza coscienza di un palazzinaro devoto al mattone. Le tute blu lasciano la scena ai colletti bianchi. Il posto di lavoro oggi passa dai banchi dell’università. Il corso di laurea in economia del turismo vanta un record da guinness dei primati. Nessuno studente laureato è rimasto senza impiego.
 Il dato è una garanzia, un pugno in faccia a tutti i contestatori delle sedi gemmate. Ma è anche un piccolo miracolo in tempi di recessione e crollo dell’economia. Il corso di laurea non è una fabbrica di illusioni, ma un opificio in cui si creano manager su misura. Il corso, al di là dei contributi da elemosina che arrivano dalla Regione, appena 130 mila euro contro gli oltre 3 milioni dati a Nuoro, ha numeri da primato. Gli immatricolati quest’anno sono stati intorno ai 140, in totale sono 420 quelli a posto con le tasse, ma che gravitano intorno all’orbita della facoltà ci sono più di 700 studenti. I fuori corso sono solo 165. Numeri da buonumore per il corso di laurea triennale, che da quest’anno ha varato anche una serie di master. Il polo universitario di Olbia ha già messo in atto una sua rivoluzione copernicana. Ha trovato un assetto che lo rende più dinamico, più attivo, collegato in modo reale al mondo del lavoro. A spiegare i segreti del laboratorio del sapere, il responsabile dell’area didattica, Carlo Marcetti, cervello pensante del polo di Olbia. «Abbiamo fatto un lavoro di collegamento con le imprese del territorio e gli operatori - spiega Marcetti -. Questo è il tipo di formazione che portiamo avanti. Ci ha consentito in tutti questi anni di riuscire ad assicurare un posto di lavoro ai nostri iscritti. Chi non ha scelto di continuare negli studi e di fare un master è stato assunto. Un primato che ci dà una particolare soddisfazione». Per il corso di laurea un record che mette la facoltà al riparo da qualsiasi tentativo di ridimensionamento. Ci sono oltre 220 imprese convenzionate con il polo. Ma questa non è l’unica caratteristica del corso che ha il suo cuore all’aeroporto. Qualcuno aveva sorriso all’idea di mettere una sede universitaria all’interno di uno scalo aereo. Contestava il contesto. Un po’ come mettere una cattedrale della conoscenza in una stazione dei treni. Ma proprio l’atemporalità, lo stare sospeso dell’aeroporto, luogo di passaggio e incrocio di tutto quello che succede, ha dato al corso un valore aggiunto. Una specie di full immersion nel mondo delle imprese turistiche. «Credo che anche la scelta dell’aeroporto come sede del corso abbia contribuito al suo successo - continua Marcetti -. Abbia consentito da subito a tutti gli studenti di immergersi nella dimensione più imprenditoriale della nostra didattica. Quest’anno partirà un altro progetto. Puntiamo a una formazione integrativa. Siamo un corso triennale, non possiamo attivare la specialistica per ora. Per questo il nostro obiettivo sono i master. Facciamo una diversificazione ulteriore del percorso formativo. Partiremo con un “Sea master”, che sarà realizzato in collaborazione con l’associazione degli armatori legata Confindustria». Il corso nato nel 2002 è riuscito a radicarsi nel territorio, a creare un filo rosso che unisce formazione e lavoro. «Il polo universitario è riuscito a creare uno stimolo culturale che innerva un ricco tessuto produttivo - continua Marcetti -. Non è un caso che molti frequentanti non siano ragazzi, ma imprenditori che hanno già un’attività. Un altro fattore che deve far riflettere sulla progressiva radicazione del polo universitario nel tessuto produttivo è il numero degli iscritti, rimasto costante in tutti questi anni. C’è poi un valore aggiunto dato dalla grande attività di seminari e convegni internazionali che sono stati fatti con frequenza crescente in questi anni». Ma il numero che fa gongolare i vertici della facoltà è lo zero accanto alla casella disoccupati. Un successo per il corso che conferma il suo ruolo di fucina dei futuri manager dell’industria del turismo.

Fonte: La Nuova Sardegna - 8 gennaio 2009


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