15 gennaio 2009
Intervista al Presidente della Provincia di Nuoro, Roberto Deriu
«Ma noi nell'Università ci crediamo davvero»
Seicentoventimila euro: 500 mila della Provincia, 120 mila della Camera di commercio.
NUORO. Con questi soldi, i primi soldi, dice Roberto Deriu, «dimostreremo alla Regione e alle università di Sassari e Cagliari che all’ateneo nuorese ci crediamo davvero, mentre finora Provincia e Comune di Nuoro ci hanno creduto 25mila euro all’anno ciascuno». L’università, dice il presidente della Provincia, è la strategia con effetti immediati contro lo spopolamento del territorio che avanza inesorabile. Dunque, bisogna mettere mano al portafoglio. Sono giorni importanti per il futuro dell’università nuorese.
Domani sarà a Nuoro l’assessore regionale alla pubblica istruzione Maria Antonietta Mongiu. Tra l’altro, dovrà spiegare perché la Regione ha tagliato oltre 400 mila euro ai fondi 2008 destinati all’ateneo. Il 30 dicembre, poi, il consiglio provinciale esaminerà il bilancio di previsione 2009. Dentro ci sono i 500 mila euro per la fondazione che dovrebbe prendere il posto del vecchio consorzio per l’università.
Sulla fondazione c’è un contrasto evidente con la linea del Comune. Un contrasto tra Deriu e il sindaco Mario Zidda, dice chi banalizza le cose e ascrive le visioni diverse sull’università alla rivalità politica tra il presidente ex Margherita e il sindaco ex Ds. Il Pd li ha messi di fronte alla vigilia di Natale. Ne è venuto fuori un documento che li impegna ma non scrive ancora una parola definitiva. La Provincia va avanti. Deriu ne parla in questa intervista. Comincia dal suo rapporto con il sindaco: «Non c’è una disamistade personale ma opinioni diverse. Non sono posizioni mie o sue, sono posizioni politiche, correnti di pensiero diverse. Io posso parlare della mia, quella approvata dal consiglio provinciale, che, lo ricordo, comprende il territorio ma anche Nuoro, da cui vengo io che ho preso il 56% dei voti e quindi non sono indifferente».
Qual è il punto di vista suo e della Provincia sull’università? «Partiamo dai dati: le statistiche dell’ufficio del piano strategico dicono che il territorio perde persone ogni anno. Ci stiamo spopolando. Perdiamo soprattutto i giovani. Perciò con la Regione abbiamo firmato un’intesa da 800 milioni di euro. Finora ne abbiamo avuti 119 che però non hanno invertito la tendenza, anche perché i soldi non si spendono così in fretta. Un impatto forte può darcelo l’università».
In che modo? «La nostra provincia esporta 11 mila studenti, quelli che si iscrivono a università diverse da Nuoro. Trattenere qui un quarto degli studenti significa azzerare il saldo negativo. Ci servono residenti che siano anche presenti nel territorio: è la gente che c’è che spende e fa il mercato, oltre a fare la comunità. Ci serve gente, studenti: i nostri o altri che li sostituiscano. E ci serve, ovviamente, gente che lavori ma questo lo si fa con altri strumenti».
Come pensate di trattenere o attirare gli studenti? «Chiediamo che l’Università triplichi i numeri attuali. Ma non ci limitiamo a un semplice: dateci gli studenti. Ci abbiamo lavorato a lungo, fino a portare a Nuoro i rettori delle università di Cagliari e Sassari e i presidi delle facoltà. La loro risposta è che qui si può fare una sede interateneo. Va bene così».
Niente università autonoma, quindi? «Sì, basta con la sede autonoma di cui si è parlato finora. Sì, invece, a corsi integrati tra i due atenei. Noi diciamo: l’università la fate voi, scegliete i corsi e noi vi daremo i mezzi per realizzarli. La proposta è stata accolta con favore. Ora servono i soldi. Qui c’è la differenziazione con il sindaco, non con il consiglio comunale di Nuoro che ancora non si è espresso. Il consiglio provinciale lo ha fatto più volte, dandomi il mandato ad agire, approvando lo scioglimento del consorzio e, presto, discuterà di 500 mila euro nel bilancio».
I soldi, finora, li avete ottenuti dalla Regione. Potevate continuare a farlo. «L’obiettivo è strategico, quindi dobbiamo investire risorse adeguate. Se i soldi li chiediamo tutti ad altri, non siamo credibili. Finora, Provincia e Comune di Nuoro, ci hanno creduto poco. Il nostro bilancio è di 38 milioni di euro: se spendiamo 25 mila euro vuol dire che ci crediamo per lo 0,06%: Non è un titolo che ci permetta di alzare la voce».
Ma il Comune ha sempre richiamato la Regione ai suoi doveri verso Nuoro. «Ho letto varie volte che il sindaco è andato dalla Mongiu ed è ritornato con promesse, seguite poi da polemiche e quindi dalla riduzione dei fondi. L’eventualità che la Regione si impegni è incerta e noi abbiamo bisogno di interventi immediati. Servono soldi subito. Due terzi devono essere pubblici. Ho convocato comuni, compreso quello di Nuoro, consiglieri regionali, parlamentari, partenariato economico e sociale, compresi gli istituti di credito. Tutti sono stati d’accordo».
Avete proposto la fondazione e deciso che servono 1,5 milioni di euro all’anno da dividere in tre: un terzo Provincia, un terzo altri enti pubblici, un terzo privati. Il ruolo del Comune di Nuoro si riduce a poca cosa. «Intanto, non ho chiuso sullo strumento. Non mi interessa che sia fondazione o altro, purché funzioni. La Provincia ne ha discusso e deciso all’unanimità e ha approvato lo scioglimento dell’attuale consorzio. Questione soldi: un corso costa 500 mila euro. Dunque, con 1,5 milioni se ne fanno tre nuovi. Quanto al contributo privato, a Rifondazione comunista, che ha protestato, dico che non è uno snaturamento della scuola pubblica. Con il privato si può cooperare».
Le banche hanno messo soldi in questa impresa? «No, non al momento. La Fondazione Banco di Sardegna dice che attende un progetto compiuto. Ma il progetto lo si fa sulla base dei soldi che ci sono, dunque è un cane che si morde la coda. Però la popolazione diminuisce e bisogna agire subito. Per questo, nel 2009 ci saranno i primi soldi, quelli della Provincia e della Camera di commercio. Sono 620 mila euro: se li avessimo avuti quest’anno, non avremmo i problemi provocati dal taglio della Regione».
Torni alla questione del ruolo del Comune. Volete metterlo in un angolino? «Il Comune di Nuoro già con il solo conferimento dei beni che ha messo a disposizione dell’ateneo, esclusa dunque l’Artiglieria, avrebbe la quota più elevata della fondazione, fino alla metà. In ogni caso, io la concepisco come un interesse unitario. Ma su questi aspetti si è fatto troppo dibattito nei corridoi, meglio farlo alla luce del sole. Il sindaco dice: se i soldi li metti tu, la Regione ha la scusa per non farlo. Io rispondo che è il contrario: bisogna dire concretamente che ci crediamo. Avremo una posizione negoziale più forte. Abbiamo perso anni. Bisogna agire». -
Fonte: La Nuova Sardegna 28 dicembre 208 - Antonello Sechi