UNO L'Università a Oristano

Consorzio UNO - L'Università a Oristano

Menu principale

L'Università a Oristano

UNOrienta

Servizi

Servizi OnLine

Ricerca e Territorio

Multimedia

Notizie e Rassegna stampa

Bacheca avvisi

Contatti

Trasparenza


Home > Notizie e Rassegna stampa > 2009 > Università di Cagliari e Sassari contro la riforma Gelmini
Stampa il contenuto

Università di Cagliari e Sassari contro la riforma Gelmini

19 novembre 2009

Rivolta nelle due università sarde. Tagli e attacchi all’autonomia: critiche da Cagliari, a Sassari il rettore scrive ai parlamentari.

La riforma Gelmini non farà suonare le campane a morto per l’università sarda. C’è aria di mobilitazione nei due atenei. Nessuno, o quasi, condivide le linee del governo. «Reagiremo all’attacco contro l’autonomia accademica», incalzano tanti docenti.
D’altronde, l’antefatto non è per niente incoraggiante: gli ultimi tagli imposti ai bilanci, con criteri che favoriscono il Nord, non sono andati giù a nessuno. «Ci scippano i fondi - dicono prof e ricercatori - E ora presentano un disegno di legge per rivoluzionare l’università con nessun investimento. Facile capire che cosa succederà: rischiamo di venire sacrificati a vantaggio di altri atenei».
Oneri. In che cosa possa consistere il giro di vite lo spiega il nuovo rettore di Sassari. Docente di Storia romana a Lettere, 59 anni, in queste ore Attilio Mastino ha preso carta e penna e scritto a tutti i parlamentari sardi. «Chiedo vigilanza sull’intero inter dei lavori legislativi - afferma - È bene che i nostri deputati e senatori tutelino i valori dell’insularità. Siamo penalizzati da un tessuto economico fragile, da scarsa produttività nelle scuole, da bassa densità demografica, dalle carenze nei servizi e nelle infrastrutture: non possiamo pagare due volte il prezzo di questo enorme svantaggio». Aggiunge il neoeletto rettore di Cagliari, Giovanni Melis, 63 anni, professore di Economia aziendale: «Se è un fatto positivo aver predisposto un ddl organico sulla materia, le riforme a costo zero non sono possibili. Oggi la situazione delle università, con i tagli del 2009 che avranno pesanti ricadute sul 2010, è insostenibile specialmente nel Mezzogiorno. Soprattutto se si pensa al tessuto produttivo debole e all’insufficiente dotazione di strutture».
Onori. Nella riforma sono previsti parametri estimativi in parte già inseriti nella «graduatoria degli atenei virtuosi» appena approvata. La stessa per la quale al top risultano gli atenei del Nord, in coda quelli del Sud. Con Sassari e Cagliari in fondo alla graduatoria. E con riduzioni degli stanziamenti per quasi 6 milioni complessivi. Nella rivoluzione prossima ventura voluta dalla Gelmini peseranno su ricerca e didattica indicatori che prendono in considerazione, per esempio, le possibilità di trovare lavoro dopo la laurea: «Per una terra dagli elevatissimi tassi di disoccupazione è come dire che si continua a far piovere sul bagnato», è l’opinione generalizzata.
Calcoli. «I parametri andrebbero calibrati diversamente, prendendo in considerazione l’ambiente nel quale si opera - fa così notare Mastino - Com’è che la facoltà di architettura ad Alghero è in testa alle classifiche Censis e la nostra università in vetta per i servizi offerti agli studenti mentre nelle stime ministeriali siamo valutati in maniera negativa?». L’ipotesi di riforma non è vista bene né a Sassari né a Cagliari. «Chiedono lacrime e sangue - sottolineano un po’ tutti - Ma vogliono indebolire l’università pubblica». «I criteri sugli atenei virtuosi sono molto discutibili, in particolare quelli su attrattività, sbocchi occupazionali e performances degli studenti, perché non tengono conto dell’insularità e della debolezza delle infrastrutture scolastiche della Sardegna - sottolinea il rettore di Cagliari - Con quella ripartizione si toglie ulteriormente ai poveri per dare di più ai ricchi».
Arretramenti. Al di là delle riduzioni delle sedi gemmate imposte da precedenti misure governative, nelle sedi con meno di 1500 docenti, e dunque nei due atenei sardi, si andrebbe alla contrazione dei dipartimenti (forse di un terzo) e alla trasformazione delle 22 facoltà in Scuole, sulla falsariga della Normale di Pisa, che potrebbero essere nell’isola al massimo 6 per ogni sede. Se il progetto andrà in porto, dunque, si arriverà a una fusione tra comparti omogenei, per esempio Ingegneria/Architettura o Legge/Scienze politiche.
Esiste poi la possibilità di accentramenti tra atenei. Una possibilità che fa venire i brividi a molti. «La nostra università si avvia a festeggiare i 450 anni di storia e non abbiamo la minima intenzione di perdere un patrimonio di tradizioni specifiche - commenta Mastino - Gli atenei sardi sono tra i più antichi di tutto il Meridione. Devono svolgere un ruolo di sviluppo. Sacrificare autonomie e particolarità equivarebbe a contribuire alla desertificazione dell’isola sul piano culturale». «Gli atenei sardi collaborano già proficuamente all’obiettivo di costituire un “Sistema universitario regionale integrato” che faccia perno sulle due sedi storiche», prosegue Giovanni Melis. Che rileva ancora: «L’autonomia degli atenei, tutelata dalla Costituzione, va di sicuro messa a fuoco nel progetto di riforma. Così come va coniugata col principio di valutazione e di responsabilità». Perplessità anche sull’inserimento nei consigli d’amministrazine di banchieri e imprenditori privati.
Spiragli. Non c’è dunque nulla che si salvi tra le idee governative? Nell’isola le uniche aperture riguardano le pagelle fatte dagli studenti sui prof, le misure anti-parentopoli, i nuovi criteri per la valutazione dei ricercatori. Osserva Giovanni Melis: «Nell’ambito delle proposte sul reclutamento appare positivo il ricorso alla lista di idoneità nazionale, ma non si affronta adeguatamente il problema del precariato di tanti giovani che, da molti anni, collaborano alle attività di didattica e ricerca». E se l’ateneo di Cagliari ha già nominato un Comitato etico dopo essersi dotata di un Codice ad hoc, la stesso si appresta a fare Sassari. «Perché», come conclude Attilio Mastino, «l’università vuole premiare il merito e la responsabilità».
In definitiva, come si scandiva un tempo con gli slogan, si annuncia una «lotta dura senza paura». E, almeno per i due atenei sardi, senza funerali anticipati.

PIER GIORGIO PINNA

Fonte: Nuova Sardegna del 19 Novembre 2009

 


CONSORZIO UNO Chiostro del Carmine, via Carmine - Oristano, Codice fiscale: 90021620951 - Partita IVA: 01128230958 - Iscritto al Registro Imprese di Oristano, n. 90021620951 - REA: OR - 113742
Centralino: tel. 0783 778005 - Segreteria studenti: tel. 0783 779086, Email segreteria@consorziouno.it - Privacy policy - Credits - webmail webmail