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Home > Notizie e Rassegna stampa > 2009 > I candidati rettori UNICA si esprimono sulle sedi decentrate
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I candidati rettori UNICA si esprimono sulle sedi decentrate

14 maggio 2009

I cinque aspiranti Magnifici, Gavino Faa, Maria Del Zompo, Giovanni Melis, Raffaele Paci, Antonio Sassu, rispondono alle domande poste da docenti, studenti e amministrativi, domande ricorrenti nei dibattiti della loro campagna elettorale.
Al di là dello slogan “Cagliari città universitaria” come valorizzerete sul piano economico la presenza di 36 mila studenti?
Faa:
«Sia chiaro, Cagliari città universitaria per me non è uno slogan. Ma un progetto serio e concreto cui la mia squadra lavora da anni e che consentirà ad almeno tremila studenti di risiedere nei quartieri storici, rivitalizzando l'intera città».
Del Zompo: «Essere di stimolo perché Regione, Comune e Ersu facciano il possibile per migliorare la ricettività. Incentivare gli studenti a “vivere la città” con convenzioni per facilitare la fruibilità di servizi: Arst per facilitare gli spostamenti, Camera di commercio per l'accesso a punti di ristoro, multisale o per l'acquisto dei libri di testo, tutto a costi prestabiliti».
Melis: «Gli studenti fuori sede spendono per alloggi e vitto importi significativi nell'economia della città. Non sempre sono accolti bene, si vedano le ripetute aggressioni nella mensa di via Premuda e le presenze notturne inquietanti in viale Sant'Ignazio. Con il campus nel centro storico si può migliorare l'ospitalità e realizzare una vetrina per il patrimonio di beni culturali e museali dell'Ateneo, creando un centro importante di attrazione per il turismo».
Paci: «Gli studenti devono trovare nei due campus del centro storico e di Monserrato servizi residenziali (centralizzati e diffusi) e di ristorazione, servizi didattici (aule, laboratori, biblioteche) e spazi di socializzazione e svago. È necessaria una Conferenza dei servizi con i Comuni, la Regione, l'Ersu e gli altri enti interessati».
Sassu: «Oltre che città in cui ci deve essere il fermento della scienza e della formazione, Cagliari può offrire diverse opportunità agli studenti universitari. Prima di ogni cosa, uno spazio culturale e politico in cui si possa discutere, poi uno spazio musicale. Le grandi università hanno una loro orchestra e un loro coro in cui è possibile coltivare le proprie passioni. Altrettanto si può dire per le sale cinematografiche e teatrali. Anche dal punto di vista economico è possibile offrire occasioni di lavoro, basti pensare alla Casa dello studente».
Come attirare più studenti stranieri?
Faa: «È indispensabile migliorare e potenziare i servizi relativi all'accoglienza e all'integrazione sociale. Va subito creato un centro di accoglienza internazionale, dove i nostri ottimi funzionari lavoreranno in sinergia con le associazioni studentesche».
Del Zompo: «Con la qualità della nostra ricerca e didattica per prima cosa, migliorando la ricettività, sottodimensionata. Bisogna potenziare i servizi culturali come biblioteche, aule e laboratori. E favorire l'accesso a punti di ristoro e di relax attraverso convenzioni che limitino i costi».
Melis: «Forse non tutti sanno che attualmente l'accoglienza degli studenti stranieri dipende, in gran parte, dal volontariato delle associazioni degli studenti. Sono iniziative lodevoli che vanno sostenute, ma unitamente con l'Ersu e gli enti territoriali occorre potenziare l'ospitalità e sviluppare le occasioni di scambio».
Paci: «Servono i servizi prima descritti ma anche un'ottima qualità della didattica e della ricerca. In alcune aree dovremo organizzare percorsi formativi in lingua inglese. L'internazionalizzazione è uno degli elementi strategici per il futuro e l'Ateneo di Cagliari può svolgere un ruolo importante al centro del Mediterraneo».
Sassu: «Innanzitutto devono esserci scuole e laboratori, in genere, le strutture, in cui la ricerca sia di buona qualità. Ciò richiama, in primo luogo, gli studenti e gli studiosi stranieri. Tuttavia questo non è sufficiente. Sono necessarie strutture universitarie ad hoc ma anche accordi con i Comuni limitrofi. Molto rimane da fare».
Quali criteri guideranno le vostre scelte sulla chiusura di corsi di laurea e sedi staccate?
Faa: «La qualità dei corsi e la loro integrazione con il tessuto economico e sociale sono la risposta vincente. Verranno mantenuti i corsi meglio organizzati, con livelli di docenza elevati e che forniscono agli studenti maggiori opzioni per inserirsi nel mondo del lavoro. Non ho preconcetti sui corsi nelle sedi staccate».
Del Zompo: «Non chiuderei neanche una scuola elementare con 5 alunni! Ma ora dobbiamo razionalizzare le risorse. La mia idea è progettare la creazione di Università monotematiche, con sedi in città diverse da Cagliari: progetto ambizioso ma possibile sfruttando i fondi Por. Criteri: qualità della didattica e della ricerca, possibilità di internazionalizzare i corsi, sede unica per quella laurea che richiami studenti da tutta l'isola, valutazione delle risorse».
Melis: «L'insularità non può essere ignorata nell'articolazione dell'offerta formativa. Inoltre vanno difesi quei corsi che esprimono il patrimonio culturale specifico dell'Ateneo. Per salvare le iniziative più radicate (Nuoro, Oristano, Iglesias), occorre uscire dall'attuale situazione di precarietà e realizzare un investimento durevole negli organici e nelle strutture».
Paci: «Vi è stata una proliferazione delle sedi distaccate che ha portato sprechi e inefficienze. È necessario ora definire con la Regione e l'Università di Sassari un disegno strategico che porti alla creazione di un sistema regionale della conoscenza con il mantenimento di poche presenze qualificate nel territorio».
Sassu: «Ciò che è importante, nelle sedi staccate, è il bacino di utenza e l'utilità per il territorio. Spesso la domanda da parte degli studenti è stata progressivamente decrescente per varie ragioni e l'Università non è stata capace di influire sull'ambiente».
L'introduzione di criteri meritocratici rischia di far retrocedere l'Università nelle classifiche nazionali?
Faa:
«Il valore dei ricercatori del nostro Ateneo è riconosciuto a livello internazionale. Ma vanno potenziate le attività di sostegno alla ricerca. Penso a un Ufficio per i progetti europei; a un ampliamento dei fondi; a un numero maggiore di borse per le scuole di dottorato. Con queste modifiche prevedo la promozione della nostra università, non una retrocessione».
Del Zompo: «Possiamo competere a testa alta ma dobbiamo migliorare l'organizzazione della ricerca e fare “sistema” con il potenziamento dei servizi comuni per la ricerca, scientifici e amministrativi, migliore distribuzione del carico didattico, la componente tecnico-amministrativa sempre più valorizzata».
Melis: «La qualità dei ricercatori non è una criticità, siamo nella media nazionale con importanti eccellenze. È la produttività della didattica che porta verso il basso il rating dell'Ateneo. Pesano la qualità della scuola media, le carenza nelle aule, nei laboratori e nei supporti per la didattica, il pendolarismo. Ecco perché vanno sostenuti i progetti per la creazione dei campus nella ex semoleria e nel centro storico».
Paci: «L'introduzione di criteri di merito è una strada corretta che permetterà al sistema universitario di migliorare. Cagliari si posiziona molto male per quanto riguarda la produttività della didattica mentre sul fronte della ricerca le cose vanno meglio. Sarà quindi necessario agire con visione strategica su entrambi i fronti».
Sassu: «I criteri meritocratici possono solo migliorare la performance dei ricercatori. Non c'è il rischio di una retrocessione nelle classifiche nazionali».
 

Fonte: Unione Sarda del 14 Maggio 2009
 


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