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Nesiotikà: seminari a cura del Prof. Matteo Braconi dell'Università degli studi Roma Tre

Nesitoikà: seminari  "La cristianizzazione della Britannia Romana alla luce delle testimonianze iconografiche: i luoghi, i modi e i tempi" e "La frequentazione delle catacombe a Roma nell’Alto Medioevo: riassetti monumentali, apparati decorativi e dinamiche devozionali".

5 novembre 2018

Martedì 13 novembre, alle ore 9.00, per l'insegnamento di Archeologia cristiana e medievale il Prof. Matteo Braconi dell'Università degli studi Roma Tre -Dipartimento di Studi Umanistici- terrà due seminari dal titolo: "La cristianizzazione della Britannia Romana alla luce delle testimonianze iconografiche: i luoghi, i modi e i tempi" e "La frequentazione delle catacombe a Roma nell’Alto Medioevo: riassetti monumentali, apparati decorativi e dinamiche devozionali".

I fenomeni di cristianizzazione che interessano la Britannia Romana nel corso della Tarda Antichità si verificano in modo anomalo rispetto a quelli che, nello stesso frangente cronologico, investono gli altri centri e le altre metropoli della pars occidentalis dell’Impero. Le testimonianze archeologiche della Britannia tardoantica ci parlano di un cristianesimo che sembra procedere in maniera lenta, insicura, impacciata e che stenta a trovare quelle forme di espressione monumentale che invece, soprattutto a partire dal IV secolo, contribuiscono a ridefinire l’assetto e l’aspetto delle più importanti città continentali e insulari del tempo. Allo stesso modo, anche il nuovo campionario figurativo di matrice cristiana, che si era andato a formare nel corso del III secolo e che si era diffuso in maniera capillare ed omogenea in molti centri dell’orbis, all’interno dei confini della Britannia fatica ad approdare, quasi si arresta davanti allo stretto tratto di mare che separa l’isola dal continente. Si genera, insomma, un violento cortocircuito, un improvviso blackout figurativo per il quale, tanto nei manufatti di produzione locale, quanto negli oggetti di importazione, rari sono gli esempi di immagini di ispirazione cristiana, quasi del tutto assenti risultano le testimonianze iconografiche di matrice biblica, mentre talvolta si generano composizioni iconografiche anomale ed inedite, dove l’immaginario iconografico a carattere cristologico si fonde in maniera intima e inestricabile con quello della tradizione classica e profana.

Una fitta trama di studi e di ricerche contribuisce ormai a definire in maniera nitida e puntale l’orizzonte degli eventi che, nel corso della Tarda Antichità e dell’Alto Medioevo, durante -quindi- la formulazione degli assetti topografici e funzionali di una vera e propria Roma Christiana, porta i settori suburbani della città e, in prima istanza, quelli legati allo spazio funerario cristiano, a rivestire un ruolo centrale nell’ambito di questa profonda e radicale trasformazione. Le intuizioni di Giovanni Battista de Rossi, le monolitiche ricerche di Louis Reekmans, Charles Pietri e Letizia Pani Ermini, sino ad arrivare ai fondamentali lavori di analisi e di sintesi condotti a più riprese da Vincenzo Fiocchi Nicolai e da Lucrezia Spera hanno delineato i caratteri unici ed essenziali di un fenomeno, quale è quello della cristianizzazione di Roma, che per la prima volta, in maniera macroscopica, conduce ad una progressiva sintesi funzionale tra due aree, lo spazio intramuraneo  e quello suburbano, tradizionalmente distinte per destinazioni d’uso. In questo specifico quadro le catacombe si inseriscono presentando una complessa parabola evolutiva, secondo la quale esse, dopo un primo momento in cui assolvono alla loro naturale funzione sepolcrale, a partire dalla seconda metà del IV secolo, lasciano intravedere i segni di una progressiva inversione di tendenza, che nel corso dell’Alto Medioevo e fino al momento delle grandi traslazioni, le porterà ad assurgere al ruolo di centri nodali delle devozione e del culto cristiano a Roma.
 


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