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Nesiotikà: "Identità, quotidianità e oltremondo. L’autorappresentazione dei defunti nel panorama figurativo delle catacombe" a cura del Prof. Matteo Braconi dell'Università degli Studi di Roma Tre

10 novembre 2016

Nelle giornate del 16 e 17 novembre a partire dalle ore 16,00, nell'ambito dei seminari della Scuola di Specializzazione, il Prof. Matteo Braconi, Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università degli Studi Roma Tre, presenterà gli studi dal titolo "Identità, quotidianità e oltremondo. L’autorappresentazione dei defunti nel panorama figurativo delle catacombe"

Il plesso eterogeneo delle manifestazioni pittoriche che si riscontrano all’interno delle catacombe cristiane d’Italia, si presenta -come è ovvio- marcatamente contraddistinto dalla presenza costante di scene e iconografie recuperate direttamente dai referenti testuali di tipo biblico, talvolta alternate con immagini “da repertorio” e con simboli asintomatici, privi cioè di un qualsivoglia significato religioso e selezionati al pari di segni dal significato augurale, cosmico e idilliaco.
Più rari, invece, sono i casi in cui i committenti decidono di decorare i loro spazi funerari con cicli iconografici incentrati sulle storie della propria vita terrena, per raccontare di loro stessi, della loro professione, dei loro affetti, dei loro successi e dei loro traguardi raggiunti nell’ambito della societas tardoantica.
Non mancano, poi, scene sospese in bilico tra i fatti del mondo e quelli dell’oltremondo, per mezzo delle quali i defunti-committenti esprimono le ansie, le ambizioni e le aspettative per la propria vita dopo la morte, immaginandosi mentre raggiungono e abitano paesaggi campestri e spazi architettonici, raffigurati in una chiara prospettiva escatologica, o facendosi raffigurare, da soli o con i propri cari, ormai salvi, trapassati e beati, come testimoniano le immagini eloquenti dei santi intercessori che spesso affiancano questi emblematici “quadri di famiglia”.