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Nesiotikà: resoconto della V missione archeologica a Nabeul (Tunisia)

AS misurazioni vasche_cr

30 settembre 2015

La quinta missione archeologica tunisino-italiana a Neapolis (Nabeul) si è svolta tra il 17 settembre e il 24 settembre 2015. Alla missione hanno partecipato da parte tunisina il Prof. Mounir Fantar, Ispettore dei Governatorato di Nabeul, Bou Aras e Bizerte, il Prof. Mohamed Hassine Fantar, già Directeur de l’Institut National d’archeologie et art della Repubblique Tunisienne e Accademico dei Lincei, il Directeur de la Sauvegarde des Monuments et Sites Fethi Behri con due topografi della sua Direzione, in seno all’INP, insieme alla Conservateur Ishraf Khouni dell'INP e all’archeologa Marwa Hamitouch (Master d’Histoire ancienne) e al Technicien à l’INP, chargé de logistique, dans le cadre du projet de coopèration tuniso-italien sul Portus Neapolitanus, Chokri Cherif. Il 21 settembre al pomeriggio ha partecipato il Directeur General dell’INP Prof. Nabil Khallala.
Per la nostra Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici hanno partecipato, con il contributo del Consorzio UNO, 4 studenti coordinati dal Prof. Raimondo Zucca.

Si sono attivati due saggi di scavo nell’area terrestre di Neapolis, puntualmente geo referenziati dalle brigate topografiche della Direzione generale de la Sauvegarde des Monuments et Sites. I saggi hanno mirato a definire la rispondenza della semicirconferenza di 54 m di diametro individuata nella immagine satellitare di Google earth dell’ 11 gennaio 2015 con il teatro della Colonia Julia Neapolis. I saggi hanno evidenziato una trincea di spoglio di strutture murarie lungo l’asse OSO/ENE corrispondente all’orientamento dei decumani della colonia. Più in dettaglio le sondage I/2015 potrebbe avere individuato la trincea di spoglio del frons scenae del teatro di Neapolis. Lungo il medesimo asse della trincea di spoglio si è individuato un blocco squadrato in calcare a fior di terra che parrebbe in situ. Il prosieguo delle indagini consentirà di approfondire la problematica architettonica del teatro e in particolare della cavea semicircolare.

Le indagini subacquee della V missione archeologica a Neapolis hanno confermato pienamente l’ipotesi di una fascia urbana meridionale sommersa e parzialmente insabbiata.La maestralata del 19/20 settembre 2015 con venti forza 4/5 hanno prodigiosamente svelato molte strutture nell’arco di fondale marino che è stato prospettato. Si è attuata la georeferenziazione della gran parte delle strutture connesse alla produzione di garum e di salse di pesce estese dalla foce dell’ Oued Es Sghir all’estuario dell’Oued Souhil, che oggi parrebbero insistere in tale area sommersa senza soluzione di continuità. In particolare è stato rilevante la acquisizione del posizionamento delle vasche in opus figlinum individuate nel settembre 2012 a circa 180 mt. dalla linea di riva inserite all’interno di una struttura rettangolare orientata secondo gli assi della colonia di Neapolis (NNO/SSE e OSO/ENE). Inoltre si è verificato che le vasche individuate nel 2012 erano solo una porzione di quelle osservate nel settembre 2015.
Tra i rinvenimenti di questa campagna si indica la seconda ancora litica a tre fori, individuata dallo specializzando Giuseppe Ennio Pisanu il sabato 19 settembre 2015 di fronte al Club Med; l’ancora in arenaria di forma rettangolare, parzialmente conservata nello spessore, è alta 44 cm, larga 35 cm, spessa cm 6,5/8 residui. Il foro superiore ellittico è di cm 12 x 11; i due fori circolari per l’infissione delle marre lignee hanno entrambi il diametro di cm 6,5. L’ancora in questione rappresenta, insieme all’esemplare individuato nel 2013, l’evoluzione dell’ancora litica ad unico foro centrale e potrebbe rimontare ad età arcaica. Un ceppo d’ancora litico frammentario è stato individuato il 22 settembre e recuperato il giorno successivo dallo stesso scopritore Giuseppe Ennio Pisanu. Si tratta del primo esemplare in ambito del Maghreb di un’ancora a fusto ligneo con ceppo in pietra (spesso marmo) diffuso tra la fine del VII e il V sec a. C., quando il ceppo fu sostituito dal tipo in piombo, nota da non numerosi esemplari noti a Gravisca, Metaponto, Selinunte, Camarina, Mozia, Leuca, Locri Epizefiri, Sardegna (Porto Torres - Stagno di Pilo, Tavolara, San Teodoro), Spina, Laguna Veneta, Mar Nero, Grecia, Cipro, Turchia (Iasos, Alicarnassos, Mileto, Bitinia (cfr. F. BERTI, Alcune ipotesi su un ceppo d’ancora da Iasos in Caria, Senecio, Napoli 2014, pp. 1-6).


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