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Università di Cagliari: Inaugurato l'Anno Accademico 2010.2011

Università di Cagliari - Aula Magna Facoltà di Ingegneria

12 gennaio 2011

E’ stato ufficialmente inaugurato l’Anno Accademico 2010.2011 dell’Università degli Studi di Cagliari, nel 390° anno dal Privilegio Reale di Fondazione di Filippo III, Re di Spagna.

La cerimonia si è svolta nell’Aula magna della Facoltà di Ingegneria, e non in Rettorato, e ha seguito un rito semplificato “per segnalare – ha detto il Magnifico Rettore, prof. Giovanni Melis, nella sua relazione - il disagio per i tagli della legge 133 e la preoccupazione per il futuro, ma vuole anche rivendicare, con la forma, la continuità ed il ruolo dell’istituzione”.

Il Rettore ha quindi spiegato che “sulla riforma Gelmini il Senato Accademico ha assunto una posizione critica, convinto dei limiti di un’impostazione che ridimensiona le risorse finanziarie e gli organici per l’università pubblica, ne riduce l’autonomia con un approccio essenzialmente dirigista”.

Ma nella relazione del prof. Melis c’è stato spazio per un esame dell’attività svolta durante il 2010, e per l’indicazione degli obiettivi per il 2011. “La crisi si supera – ha detto - anche con politiche per lo sviluppo capaci di valorizzare le risorse senza intaccare il capitale per le future generazioni, politiche selettive negli investimenti e nella razionalizzazione della spesa, idonee per stimolare la crescita della produttività del sistema”.

Poco prima, il Rettore aveva incontrato i giornalisti: “A Cagliari è in atto un processo di ristrutturazione del centro storico – ha spiegato dialogando con la stampa – si tratta di capire come utilizzare i beni demaniali dismessi. Il Comune ha un piano strategico, l’Ateneo deve dare il suo contributo: siamo disponibili a collaborare proponendo una serie di soluzioni”.

Dopo l’intervento inaugurale, hanno preso la parola i rappresentanti degli studenti, Marco Meloni, del personale, Giuseppe Casanova, e dei ricercatori, Guido Mula. E’ stata quindi la volta della prolusione del prof. Antonello Sanna, docente di Architettura tecnica, su “Città, Università, Architettura”, in cui il preside di Architettura ha illustrato alcune soluzioni a cui alludeva anche il Magnifico.

“Possiamo lavorare – ha detto tra l’altro il prof. Sanna – per una sempre maggior condivisione istituzionale e sociale delle strategie urbane riguardanti il mondo dell’Università, e nel frattempo fare nostra la formula che il Piano strategico di Cagliari propone per l’interazione città-università: ‘Connotare l’immagine della città di Cagliari come città universitaria aperta ed internazionale, fulcro di incontri e relazioni, scambi di idee, conoscenze e innovazione. Alimentare lo sviluppo del territorio puntando sulla società della conoscenza per un reale radicamento delle interazioni circolari tra i fattori della identità locale, della istruzione/formazione, della innovazione, della partecipazione e della sussidiarietà’”.

SINTESI DELL’INTERVENTO DEL RETTORE

L’inaugurazione dell’Anno Accademico nel 390° anno dalla fondazione non si svolge nell’aula magna del Rettorato e segue un cerimoniale semplificato per segnalare il disagio per i tagli della legge 133 e la preoccupazione per il futuro, ma vuole anche rivendicare, con la forma, la continuità ed il ruolo dell’istituzione.

La riforma Gelmini. Da anni l’Università attendeva una riforma che coniugasse autonomia con responsabilità, ma quella appena varata non convince. Lo sviluppo sociale ed economico si basa sulla conoscenza e sulla ricerca. Gli Atenei Sardi, per garantire pari condizioni di diritto allo studio rispetto al Nord, devono fronteggiare i condizionamenti dell’insularità, ossia offrire un’adeguata articolazione dell’offerta formativa in assenza di alternative agevolmente utilizzabili, operare con infrastrutture civili (trasporti) meno efficienti e con un sistema produttivo che non sostiene, ma che richiede sostegno.

Gli studenti ed i ricercatori hanno ben compreso che il ridimensionamento degli Atenei è un taglio alle opportunità di crescita del territorio ed alle loro prospettive. Il loro è un disagio che ha motivazioni profonde e non contingenti.

Il tasso di disoccupazione giovanile è allarmante. Nell’Isola il dato è ancora più preoccupante. Inoltre, si accompagna ad un aumento dell’emigrazione dei giovani, spesso i più preparati.
Il ruolo dell’università come motore di sviluppo e l’importanza degli investimenti in formazione, ricerca e cultura per il progresso sociale ed economico. Purtroppo il nostro Paese investe molto meno degli altri Paesi avanzati.

Il ruolo dell’Ateneo e la Regione Sardegna. Un impegno importante è stato dedicato a migliorare l’accreditamento dell’Ateneo come struttura di alta formazione e di ricerca a servizio nel territorio.

L’attenzione della Giunta e del Consiglio regionale per il ruolo dell’Ateneo è stata fondamentale. La collaborazione è stata più intensa e proficua con gli assessori alla Programmazione e bilancio, alla Pubblica istruzione ed alla Sanità.

Il personale. Nel biennio 2009-2010 hanno cessato dal servizio 177 docenti e ricercatori e 105 tecnici-amministrativi, i nuovi ingressi hanno riguardato soltanto 2 ricercatori e 34 tecnici e amministrativi.

A fine Dicembre 2010 si è invertita la tendenza alla contrazione degli organici. Nel 2011 prendono servizio 30 ricercatori, vincitori dei concorsi banditi nel 2008, e 17 docenti vincitori di concorsi nazionali. Inoltre, sono stati banditi 12 nuovi posti di ricercatore a tempo indeterminato, a breve seguiranno altri 22 posti di ricercatore a tempo determinato. Si sta svolgendo il concorso per 11 manager didattici.

L’offerta didattica. Nell’anno Accademico 2010-2011 sono attivi 44 corsi di laurea triennali, 34 corsi di laurea magistrale e 7 corsi a ciclo unico (tab. 4). Con la rivisitazione dell’offerta formativa si sono chiusi 2 corsi triennali e 4 magistrali, con un trend che continua.

Alla fine del 2010 risultavano iscritti 32.810 studenti, di cui il 56% residenti fuori dall’area metropolitana. Gli iscritti fuori corso erano il 44% del totale (tab. 5). Le tendenze in atto evidenziano una flessione nel numero degli iscritti totali e dei nuovi immatricolati, in linea con il calo demografico e la riduzione dei fuori corso storici. Sono positivi la riduzione del tasso di abbandono dopo il primo anno ed il leggero aumento del numero dei laureati.

La presenza di oltre 18.000 studenti residenti fuori dall’area metropolitana evidenzia l’importanza del contributo dell’Ateneo per l’alta formazione dei giovani nell’intera comunità isolana e l’entità del movimento economico per alloggi, pasti, trasporti, attività ricreative e culturali di cui beneficia la città di Cagliari.

Nuovo rapporto studenti/docenti e nuovi servizi. La rivisitazione dell’offerta didattica si propone anche di potenziare la docenza nei primi anni per favorire il rapporto studenti/docenti. Con il progetto Orientamento si punta a migliorare il coordinamento con la Scuola media superiore, attivare corsi integrativi per allineare le competenze in ingresso, fornire adeguati elementi conoscitivi per la scelta del corso di laurea ed aumentare il supporto dei tutor. È in corso il potenziamento dei laboratori didattici e linguistici e si è ampliato l’orario di apertura delle biblioteche.

É ora possibile on-line sperimentare i test di ammissione, seguire lezioni per il riallineamento delle competenze, iscriversi ai corsi di laurea, ottenere un account di posta elettronica, prenotarsi e registrare gli esami e valutare la docenza. Merita di essere evidenziato che il giudizio anonimo espresso dagli studenti nella valutazione della docenza è decisamente positivo in tutte le facoltà.

La ricerca scientifica. Per quanto riguarda la politica dell’Ateneo finanziata con risorse proprie, sono state raddoppiate nel budget 2011 le dotazioni dei dipartimenti e per i ricercatori, rispetto al dato del 2009. Si segnala che oggi queste risorse vengono ripartite tra aree e dipartimenti sulla base dei risultati ottenuti attraverso l’adozione di regole trasparenti e automatiche, che indicano a tutti le modalità per migliorare nel futuro risultati e dotazioni.

Per quanto riguarda le risorse esterne, va sottolineata la positiva collaborazione nella Consulta per la legge regionale n. 7/2007. Tale rapporto ha consentito di programmare in modo proficuo le risorse a disposizione della legge e la loro attribuzione ai ricercatori con regolare cadenza annuale, con bandi aperti che fanno propri gli standard di valutazione internazionali. Va ricordato che l’Ateneo ospita 200 giovani ricercatori vincitori di un finanziamento regionale. Nei dipartimenti svolgono, inoltre, attività di ricerca e di tirocinio 121 giovani del progetto Master & Back.

Inoltre, non va sottovalutata l’importanza di completare l’iter del progetto regionale per i ricercatori a tempo determinato, indispensabile per aprire una prospettiva concorsuale ai tanti giovani coinvolti nella ricerca ed evitare così di disperdere talenti e creare ulteriori situazioni di precariato di lungo corso.

Il rapporto con il territorio. Il sistema imprenditoriale regionale è formato soprattutto da piccole unità produttive che tipicamente non possiedono le capacità finanziarie ed organizzative per sviluppare l’innovazione scientifica e manageriale necessaria per competere con successo nei mercati. La collaborazione con l’Università costituisce un’opportunità per accedere a conoscenze innovative e risorse umane qualificate. I protocolli d’intesa stipulati con le istituzioni e le associazioni d’imprese tendono a valorizzare queste opportunità e stimolare la classe imprenditoriale ed i dirigenti pubblici a realizzare un rapporto più aperto e fiducioso verso i giovani ed i centri di ricerca.

Sono già attivi 14 spin-off e sono stati ottenuti 26 brevetti ed altri 16 sono stati depositati.

Gli accordi internazionali. Sono attivi 98 (tab. 8) accordi di collaborazione internazionale che coinvolgono Atenei di diversi continenti, che aggiungendosi alle collaborazioni Erasmus, Globus ecc., facilitano la mobilità di studenti e ricercatori. Nell’Anno Accademico 2009-2010 gli scambi di studenti (tab. 9) hanno coinvolto 524 studenti in uscita e 216 in entrata, con un costante incremento negli anni. Il nostro Ateneo si trova ai primi posti in Itala per la mobilità nei corsi magistrali e dei dottorandi e specializzandi. Per il 2010-2011 si sono definiti 198 contratti di visiting professor, contro i 106 dello scorso anno (tabb. 10-11)

L’Ateneo intende destinare gli ex-locali della Medicina del lavoro, nella fossa di S. Giorgio, per realizzare una foresteria con circa 40 posti destinati agli scambi internazionali. Si auspica che su tale progetto si riesca a coinvolgere l’attenzione di imprese ed istituzioni.

L’azienda mista e il Policlinico. L’obiettivo di ampliare l’attività dell’azienda non si è ancora concretizzato. Soltanto a fine Dicembre scorso l’Assessorato alla Sanità ha individuato le risorse per completare il blocco Q e avviare così la riunificazione delle attività sanitarie universitarie a Monserrato. I ritardi nella definizione del piano sanitario regionale hanno rallentato la riorganizzazione dell’AOU, riorganizzazione indispensabile per realizzare condizioni di equilibrio funzionale e, quindi, economico.

I ritardi nella costituzione degli organi di governo, il protrarsi del regime commissariale non consentono la necessaria visione prospettica e progettuale. Nonostante il vantaggio della presenza di 157 docenti e 312 personale tecnico-amministrativo, il cui stipendio è a carico dell’Ateneo, il deficit gestionale della AOU continua a crescere.

È in discussione la rivisitazione del Protocollo d’intesa del 2004 per definire in modo puntuale i rapporti fra attività assistenziale, di ricerca e didattica in termini di spazi, compiti ed investimenti tecnologici. Con l’occasione va inoltre recuperato il ritardo nella definizione dell’inquadramento contrattuale e retributivo di tutto il personale universitario.

Con la ripresa dei lavori nel blocco Q e l’ormai imminente presentazione del piano sanitario regionale riprenderà corpo il progetto del completamento del Policlinico, indispensabile per dare organicità al servizio sanitario e valorizzare il potenziale scientifico e professionale della Facoltà di Medicina.

Di pari passo con l’accorpamento a Monserrato delle strutture cliniche si potrà attivare la riunificazione dei dipartimenti delle facoltà scientifiche, liberando spazi nel centro storico per le facoltà umanistiche ed economico-giuridiche. L’intensità di tali processi di riorganizzazione è chiaramente condizionata dalla disponibilità delle risorse finanziarie.

L’edilizia universitaria. La logistica dell’Ateneo costituisce elemento non secondario, unitamente alle iniziative complementari dell’ERSU, nel caratterizzare il tessuto urbano del centro storico. Tale tema è strettamente correlato con il riutilizzo dei beni demaniali e militari dismessi.

Un progetto di valorizzazione del patrimonio edilizio del centro storico di Cagliari, attento a svilupparne le potenzialità culturali, sociali, architettoniche e turistiche deve impegnare tutte le istituzioni coinvolte per attivare le necessarie sinergie. L’Ateneo si trova al centro di tale sistema urbanistico, ed è da tempo disponibile a collaborare per definire un programma operativo di interventi: anche in questa occasione presenta il suo contributo di proposte ed idee.

L’anno 2011 si annuncia con grandi difficoltà. Sul futuro, comunque, sono ottimista per i significativi risultati già raggiunti, in linea con gli obiettivi esposti l’anno scorso, e perché sono certo di poter ancora contare sulla collaborazione, l’alto livello scientifico, professionale ed operativo che l’intero sistema d’Ateneo può esprimere.

Fonte: redazione unica.it


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