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Meet Job 2011: il bilancio delle tre giornate

Meet Job 2011: il bilancio delle tre giornate

16 maggio 2011

Si è conclusa venerdì 6 maggio con la terza giornata dedicata alle professioni biotech la kermesse “Meet Job 2011”, evento organizzato dal Consorzio UNO per promuovere l’incontro fra Università e mondo del lavoro attraverso seminari sugli sbocchi dei corsi universitari con sede ad Oristano.
Nelle due giornate precedenti era stata la volta delle conferenze dedicate alle professioni turistiche e a quelle legate all’industria agroalimentare, viticola ed enologica. Le conferenze, nate da una proposta delle associazioni degli studenti universitari della sede di Oristano e organizzate con la collaborazione delle Università di Cagliari e Sassari, hanno riscontrato uno straordinario interesse di pubblico in gran parte formato da giovani iscritti ai Corsi di Biotecnologie Industriali, Economia e Gestione dei Servizi Turistici, Tecnologie Viticole Enologiche Alimentari. Ma non è mancata anche una presenza significativa di classi quinte delle scuole superiori, interessate a una scelta di studi dopo la maturità. “La presenza di tanti giovani, non solo universitari rientra pienamente nello spirito di questa iniziativa, concepita come un utile mezzo di orientamento sia in uscita che in entrata”, spiegano i responsabili dell’iniziativa. Un servizio rivolto cioè ad universitari e laureati, ma anche a maturandi interessati a proseguire gli studi e desiderosi di capire quali sbocchi offrano i corsi di laurea presenti ad Oristano.

Si tratta di corsi estremamente caratterizzanti sotto il profilo della professione, con un buon grado di competitività a livello sia locale che extraregionale; lo dimostrano le tante testimonianze di placement lavorativo di ex studenti saliti sul palco dell’Auditorium di San Domenico in occasione del primo Meet Job oristanese. Durante la tre giorni si sono alternati infatti non soltanto alcuni managers provenienti da affermate aziende in campo regionale, nazionale ed internazionale, ma anche brillanti laureati oristanesi che hanno descritto le loro esperienze di lavoro e di carriera.

Una conferma, quest’ultima, degli ultimi dati aggregati del Consorzio UNO sul grado di occupazione e sulla percentuale di coerenza con gli studi svolti, datato 1 gennaio 2010: qui si evidenzia che il cosiddetto "buon lavoro" (stabile, soddisfacente, professionalizzante) per i laureati in BIOTIN, EGST, TVEA arriva dopo una permanenza di medio termine nel mercato del lavoro: a 3 anni dalla laurea lavora il 55,8% del campione; a 5 anni dalla laurea l'80% del campione ha un lavoro stabile e soddisfacente.

“Il successo del Meet Job” dicono gli organizzatori , “ha messo in luce la grande domanda da parte degli studenti che desiderano essere informati ed entrare in contatto in maniera pratica e friendly con la realtà esterna alle mura delle aule universitarie”.

Per questo l’iniziativa potrebbe diventare un appuntamento fisso anche per i prossimi anni accademici, in un’ ottica di crescita dei servizi offerti dal Consorzio UNO, con dei veri e propri Career Day dedicati alla domanda e all’offerta di lavoro in regione e fuori regione.

Le tre Conferenze

Una tre giorni di dibattiti, approfondimenti, conoscenza in cui aziende e professionisti provenienti da contesti regionali ed internazionali hanno raccontato agli studenti dei corsi oristanesi le loro esperienze e diversi case studies nei settori del turismo, delle biotecnologie, dell’agroalimentare, della viticoltura e dell’enologia. E’ questo lo spirito del primo Meet Job del Consorzio UNO ad Oristano, che ha aperto i battenti con gli incontri dedicati alle professioni turistiche.

Introdotti da Ernestina Giudici, Preside della Facoltà di Economia dell’Università di Cagliari e madrina della prima giornata, si sono alternati sul palco Maurizio Battelli, Direttore Generale del Gruppo Consul di Cagliari, Betty Harmsen, Sales Manager del T Hotel, Gianni di Fede, Revenue Manager del Royal Group Hotels & Resorts, Diego Loi, Coordinatore dell’ Agenzia di Sviluppo Locale “Consorzio Due Giare”, Gian Mario Pisano, Responsabile Prodotto e Direttore Tecnico, Sardegne.com.
Tutti i protagonisti hanno descritto le loro aziende, tracciato un profilo delle professioni ed elargito utili consigli agli studenti per la costruzione del miglior percorso di studi finalizzato al conseguimento di una preparazione “globale”. Le parole chiave nell’impresa turistica sono: conoscenza del territorio, lingue, multimedialità, interconnessione, sinergia, passione. Non bastano infatti le competenze gestionali e organizzative. Bisogna imparare a sviluppare attitudini immateriali come la curiosità, l’empatia, la passione e la fantasia. Non si può vendere nulla infatti che non si conosca a fondo e che non si sia capaci di comunicare “empaticamente”. Lo ha detto Betty Harmsen, olandese trapiantata in Sardegna, da anni Direttore Commerciale del T Hotel di Cagliari, pluripremiato 5 stelle del Sud Sardegna inserito nelle più prestigiose guide planetarie. Maurizio Battelli, General Manager del Gruppo Consul, ha illustrato le evoluzioni della filosofia dell’accoglienza verso un approccio globale e quasi olistico. Il futuro, ha detto, è degli Experience Designers, nuove figure professionali in grado di progettare un soggiorno memorabile attraverso colori, profumi, suggestioni provenienti dai valori del territorio. Spazio anche per i Tourism game specialists e per i nuovi Capo Tribù 2.0, i nuovi aggregatori che vivono nei territori virtuali dei social media.

Nella seconda giornata, dedicata al corso di laurea in Tecnologie Viticole Enologiche Alimentari, grande interesse hanno riscontrato gli interventi di Francesca Tore, Tecnologo alimentare presso il CONAL di Milano, Controllo Qualità Alimenti (mense e grande distribuzione ospedaliera) ed Efisio A. Scano, ingegnere, attuale Responsabile scientifico laboratorio biomasse e biocarburanti di Sardegna Ricerche. Le prospettive per la professione del tecnologo alimentare sono rosee secondo Scano, che ha evidenziato la tenuta del settore agroalimentare in Italia nonostante la crisi: “Si tratta del secondo settore economico per fatturato dopo il manifatturiero”. Inoltre, con le prospettive di crescita della popolazione mondiale e l’aumento del livello medio di benessere sarà sempre più necessario implementare nuove tecniche di produzione che garantiscano oltre che la quantità anche la qualità dei cibi trasformati, a prezzi competitivi.
Quella del tecnologo alimentare è dunque una professione ricca di prospettive e con stimoli sempre nuovi, poiché necessita di una serie di competenze multidisciplinari: da quelle chimico-fisiche alle microbiologiche, dalle matematiche alle economiche, fino alle nozioni di ingegneria utili alla progettazione e al collaudo di nuovi impianti.
Nell’ambito delle Professioni enologiche grande interesse ha riscontrato l’intervento di Giovanni Pinna, Enologo delle Cantine Sella&Mosca di Alghero, seguito dal consulente enologo siciliano Vincenzo Bambina e da Piero Cella della Cantina Contini, esperto cultore del vitigno della vernaccia, quasi un filosofo della professione: “Bisogna imparare a conoscere e rispettare i tempi del vino; a volte l’abilità dell’enologo sta più nel non fare che nel fare”. Grandi prospettive di evoluzione per questo mercato di coltivazioni autoctone e fortemente legate al carattere del territorio: “Ma bisogna affinare il sistema della filiera e sostenere maggiormente il settore” ha aggiunto Cella.

Nella terza giornata esperti e professionisti nel settore delle Biotecnologie, alla presenza del Preside della Facoltà di Scienze dell’Università di Cagliari Luca Fanfani, hanno presentato cases studies di successo e numerosi esempi di applicazioni della ricerca in ambito industriale, invitando i ragazzi a puntare sulla formazione e sulla multidisciplinarietà. Un caso esemplare quello dell’Istituto di Ricerche Biotecnologiche di Vicenza, che con lo sviluppo dell’esclusiva tecnologia HTN è riuscita ad ottenere colture di cellule vegetali non OGM partendo dall’ estrazione dei principi attivi delle piante, e senza consumo di territorio nelle colture tradizionali. “Per questo approccio green “ ha spiegato la dottoressa Giovanna Pressi –“IRBtech ha vinto recentemente il premio Impresa Ambiente 2011”. Molto seguito anche l’intervento di Rita Serra, sarda trapiantata a Londra, impegnata in progetti di bio-risanamento dei fiumi all’interno di Thames 21, una no profit che oltre allo studio degli habitat e delle specie svolge anche un’intensa attività di educazione ambientale e nell’ambito del volontariato. “In Inghilterra” ha spiegato, “ le charities sono una realtà importante ed il volontariato nel Terzo Settore è molto diffuso, soprattutto fra i giovani: si impara a fare intership, si condividono esperienze, si creano positive dinamiche di gruppo”. Fiammetta Giannasi, biologa, lavora presso il Gestore del Servizio Idrico Integrato Abbanoa. “Fra le vocazioni del Gestore Nazionale”, spiega, “rientra anche la ricerca per l’implementazione degli studi sulla depurazione e il trattamento dei reflui. Una grande opportunità di carriera per i giovani biotecnologi”. Mauro Beccaro viene da Padova ed è uno dei fondatori di Alchimia Srl, azienda leader internazionale nel campo della chirurgia del vitreo. Ha esortato i ragazzi a non fermarsi all’ambito teorico della ricerca: “Oggi le aziende possono offrire grandi opportunità nel campo della ricerca applicata Si può arrivare fino all’assunzione di ruoli manageriali nell’ambito di progetti complessi, a patto di possedere un positivo approccio multidisciplinare”.
Infine Massimiliano Borgogna, componente del direttivo dell’Anbi, l’associazione dei Biotecnologi Italiani, ha ricordato quali sono i ruoli, le competenze e le tutele associative della professione del biotecnologo oggi in Italia ed ha comunicato la prossima apertura a Oristano della sezione sarda dell’associazione.

Gallerie fotografiche dedicate all'evento (Fan Page ufficiale UNO - L'Università a Oristano)

 

 


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