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Biopeople: un aggregatore per chi fa Biotech in Italia

Biopeople: un aggregatore per chi fa Biotech in Italia

6 maggio 2011

All'interno del nuovo hub delle biotecnologie italiane, on line da qualche giorno, importanti novità. Accanto alla categoria dei Bioplayers infatti ci sarà quella dei Biopeople che, conterrà i profili di tutte le figure professionali che lavorano nel campo delle biotecnologie nel nostro paese, quindi non solo i biotecnologi iscritti all'ANBI ma anche biologi, bio-informatici, ecc.

Abbiamo chiesto a Daniele Colombo, dottore di ricerca in Biotech Industriali, attualmente Assegnista di Ricerca presso l'ITB-CNR di Segrate e Presidente di ANBI Lombardia dal 2009, che cosa ne pensa della realtà biotecnologica in Italia e della possibilità di creare tramite la piattaforma Biotechjob 2.0 una rete di networking tra tutti quelli che lavorano nel campo del biotech.

Dott. Colombo, crede che sia facile oggi per un neo-laureato entrare in contatto con le varie realtà biotech che il nostro paese è in grado di offrire?
La realtà biotech è oggi molto variegata. Fino a qualche tempo fa un Biotecnologo aveva accesso fondamentalmente alle attività di R&D. Oggi i Biotecnologi possono trovare collocazione anche nei settori della qualità, del regolatorio, della proprietà intellettuale, della sicurezza, dell'ottimizzazione dei processi produttivi, nella comunicazione scientifica e del trasferimento tecnologico. Più crescono le opportunità però, più è necessario far conoscere ai colleghi ed alle nuove generazioni di Biotecnologi che tali opportunità esistono. I Biotecnologi devono prendere coscienza della loro versatilità. Non confondere la figura del Biotecnologo con quella di altre professioni, ma esaltarla per quello che è, per quello che sa fare e per quello che può dare al sistema imprenditoriale e accademico di questa fase storica -che ruota attorno al concetto di interdisciplinarietà- è uno dei principi cardine dell'attività di ANBI.

Nella sua esperienza personale, crede che in Italia il mondo accademico e quello aziendale siano due entità separate? Crede che il nuovo portale BiotechJob 2.0. possa diventare uno strumento valido per avvicinare questi due mondi?
Dalla mia esperienza e dall'osservazione delle dinamiche di collocamento dei colleghi Biotecnologi, ma non solo, sembra che chi, dopo il proprio percorso accademico, trova collocazione presso un'azienda abbia poi un proseguo professionale nelle stesse realtà. Al contrario, chi rimane all'interno delle università molto spesso prosegue qui la propria carriera. Il mondo del lavoro e la mobilità lavorativa sembrano essere poco dinamici in questo senso. Spesso le aziende tendono a sottostimare l'utilità di esperienze di ricerca, soprattutto dei post-doc. Allo stesso modo, l'ambiente accademico frequentemente non apprezza il curriculum di colleghi con un percorso aziendale alle spalle. I motivi sono ascrivibili ad una diversa concezione di "produttività" di questi due soggetti. La professione, ma soprattutto la professionalità del Biotecnologo è in grado di interpretare e sviluppare il concetto di "produttività" sia nei termini propri del mondo accademico, sia in quelli del mondo imprenditoriale. Per questo credo che BiotechJob potrà essere uno strumento fondamentale per avvicinare i due mondi. Lo strumento di per sè naturalmente non risolve un problema, ma lo rende tecnicamente risolvibile. La professionalità del singolo Biotecnologo potrà quindi essere valorizzata dallo strumento BiotechJob che, nel tempo, potrà finalmente avvicinare i due mondi al fine di arrivare a quel grado di interscambio di competenze, persone ed idee tra università ed aziende che caratterizza tutti i sistemi produttivi più "evoluti" come quello anglosassone, preso sempre ad esempio in questi termini.

BioPeople si propone di creare una rete di networking fra tutti coloro che si occupano di biotecnologie in Italia. Cosa ne pensa in proposito?
Biopeople è, secondo il mio parere, la più ardua ma anche la più stimolante delle scommesse legate a Biotechjob. La più ardua perchè il concetto di networking è molto spesso in Italia male interpretato. Il networking non è solo un insieme di simili che formano massa critica solo per raggiungere uno scopo più o meno comune. Il networking deve essere un modo di integrare esperienze, professionalità, metodologie e strumenti (intellettuali o materiali) al fine di creare delle reti di competenze e confronto che valorizzino le singole individualità per una crescita globale del settore. Questo è sicuramente un obiettivo non facile da raggiungere. Ma che può portare grandi risultati. (fp)

Fonte: prometeusmagazine.org


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