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Archeologia Subacquea e dei Paesaggi Costieri

Il patrimonio archeologico sommerso costituisce un bene culturale di eccezionale importanza che, secondo la Convention on the protection of the Underwater Cultural Heritage dell'Unesco del 2 novembre 2001, dovrebbe, ove le condizioni lo permettano, essere conservato in situ, costituendo così un elemento di un Parco marino culturale-ambientale.

I relitti, i depositi portuali e i singoli manufatti giacenti in fondo al mare costituiscono, dunque, un patrimonio culturale da tutelare e da valorizzare sia attraverso l'intervento dello Stato, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, delle Forze dell'Ordine, e la cooperazione delle Regioni e degli altri Enti Pubblici territoriali sia attraverso la promozione della sua conoscenza, mediante ricerche e studi con il concorso delle Università e di altri soggetti pubblici e privati.

L'archeologia subacquea nell'Università italiana

La ricerca scientifica delle Università e degli Istituti di Ricerca ha consentito l'incremento quantitativo e qualitativo delle nostre conoscenze nell'ambito dell'archeologia subacquea.

Si deve menzionare in primo luogo l'operosità scientifica di Piero Alfredo Gianfrotta, autore di lavori fondamentali nel campo dell'archeologia subacquea inerenti anche numerosi siti e materiali subacquei della Sardegna. A lui si deve, nel 1992, l'attivazione del primo insegnamento di Archeologia Subacquea nel Vecchio Ordinamento Universitario e l'istituzione del primo Corso di Laurea in Archeologia Subacquea dell'Università italiana nell'Ateneo della Tuscia.

Ad esso sono seguiti in ambito italiano solo altri due corsi:  l'Università di Sassari ha avviato nell'A.A. 2004.2005 il curriculum di Archeologia subacquea nell'ambito del corso di laurea in Scienze dei Beni Culturali. Il corso era destinato all’alta formazione professionale in tale campo da destinarsi alle Soprintendenze archeologiche, ai Musei di archeologia subacquea, ai Parchi Nazionali marini, ricchi di testimonianze archeologiche, alle Forze dell'Ordine destinate alla repressione dei furti e dei danneggiamenti del patrimonio archeologico sommerso.

Successivamente, l'Università di Sassari ha inteso compiere un passo in avanti, istituendo la prima Scuola di Specializzazione dell’ordinamento universitario in Italia nella sede decentrata di Oristano.

"L’Università di Sassari, prossima al compimento del suo 450° anniversario, si è lanciata in questa sfida con il futuro, conscia della propria forza culturale che trascende l’ambito isolano per proiettarsi in una dinamica internazionale e specificatamente mediterranea.
La scelta di un radicamento nella sede gemmata di Oristano dell’alta formazione e della ricerca nel campo dell’Archeologia Subacquea e dei Paesaggi Costieri lungi dal rappresentare una soluzione municipalistica costituisce una strategia di Ateneo nei termini delle sinergie interuniversitarie e internazionali.
(...) Con tale istituzione la Sardegna si dota di uno strumento formativo essenziale nel quadro della professionalizzazione nel campo dell’Archeologia Subacquea, ponendosi all’avanguardia nel Mediterraneo nella prospettiva di una internazionalizzazione degli studenti e dei docenti."
Attilio Mastino, Magnifico Rettore dell'Università degli Studi di Sassari

A partire dall'anno accademico 2011/2012 il percorso di Archeologia Subacquea e dei Paesaggi Costieri è stato integrato all'interno della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell'Università di Sassari, con sede a Oristano, divenendo un indirizzo del curriculum di Archeologia Classica.

Le iscrizioni all'indirizzo in Archeologia Subacquea e dei Paesaggi Costieri del curriculum di Archeologia Classica saranno riaperte per l'Anno Accademico 2018/2019.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il Bando di ammissione alla Scuola 2018/2019 o la sezione del sito dedicata alle Iscrizioni 2018/2019 a Nesiotikà.

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