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Othoca (S.Giusta - OR): alla ricerca dell'antico porto

2013Othoca

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La ricerca archeologica sul centro urbano di Othoca, condotta dal 17 giugno dagli studenti del I e II anno della Scuola di Specializzazione in Beni archeologici Nesiotikà e diretta dai proff. P. Bernardini, P.G. Spanu e R. Zucca sotto la supervisione dalla funzionaria della soprintendenza E. Usai, è stata incentrata nell’area del parco giochi comunale di Santa Giusta, fra via Alfieri e via De Amicis, nel quartiere di Is Olionis, sorto negli anni 1983-1987.

All’indagine ha partecipato anche l’equipe del Prof.Ranieri dell’Università di Cagliari che si occupa di indagini geofisiche mediante l’utilizzo del georadar, una metodologia non invasiva utilizzata nello studio del primo sottosuolo e che ha fornito una "sezione" del terreno indagato dalla superficie evidenziando le strutture sottostanti.

Si tratta di un vasto terrazzo alluvionale che presenta una scarpata accentuata nei settori settentrionale e orientale, in corrispondenza del probabile antico porto di Othoca. Tremila anni fa, infatti, lo stagno di Santa Giusta non esisteva e le acque del golfo di Oristano delimitavano il tozzo rilievo alluvionale dell’abitato di Othoca, circondando un isolotto, quello di Sant’Elia, dove sorgeva un grande complesso nuragico.

Lo scavo ha scoperto una struttura in blocchi di basalto, ma anche di arenaria, con orientamento NO/SE, messa in luce finora per m.5, con uno spessore di 60 cm. E’ stata dunque individuata una struttura monumentale dell’antica Othoca: in quest’area esisteva già una comunità sarda, cui si deve il nome stesso di Othoca, e alla quale si riportano uno spillone in bronzo dell’VIII sec. a.C. e i grandi frammenti di una conca in ceramica con l’ansa (manico) a maniglia orizzontale, forse del VIII-VII sec. a.C. 

Verso il 620 a.C. ad Othoca inizia un processo di formazione urbana, ossia i fenici e i sardi danno luogo alla costruzione di una città, che commercia con l’Etruria, con Cartagine, con la Grecia. I cartaginesi, verso il 500 a.C., faranno fare il passo decisivo di questo centro verso la struttura di una città. Dallo scavo emergono i predominanti materiali punici (in particolare anfore, anche quasi integre, da ricomporre) accanto a preziosi oggetti greci: sono venute in luce kylikes (coppe per bere il vino) a vernice nera di fabbricazione ateniese del V sec. a.C., lucerne ed il piu’ grande esemplare di askos (piccolo otre per versare olio nelle lucerne), decorato a figure rosse con animali, mai rinvenuto in Sardegna. Seguono le monete puniche del IV sec. a.C.

Cio’ che è straordinariamente importante è la fine, forse improvvisa, di questo vasto quartiere cittadino: intorno al 270 a.C. l’insediamento cessa del tutto e si ritrae intorno al poggio della Cattedrale. La città romana di Othoca è una città piccolissima rispetto ai fasti della città fenicia e punica

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