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AperiTurismo con... Paolo, Explora 360°

aperiturismo2018_PaoloMulas

15 maggio 2018

Oggi vi presentiamo Paolo Mulas di Explora 360°, speaker di "Sardegna outdoor e alternativa", il secondo talk di AperiTurismo2018.

Ciao Paolo, da 20 anni ti occupi di turismo attivo in Sardegna, prima come semplice guida poi con una tua società di servizi in Barbagia no limits e oggi con Explora 360°, un Tour Operator e DMC dedicata ai viaggi avventura nel mediterraneo e nel mondo, specializzata sul Turismo outdoor in Sardegna, come è iniziata la tua passione?

Ho iniziato quasi per gioco nel lontano 1989 quando la titolare del primo agriturismo del mio paese, conoscendo la mia passione per gli ambienti naturali, trasmessa dai miei genitori, mi chiese se avevo piacere di accompagnare i loro ospiti per visitare il territorio della Barbagia. Quella fu la scintilla che successivamente mi portò a credere nel settore del turismo ambientale, allora si chiamava in questo modo, a studiare ed approfondire le dovute conoscenze per svolgere la professione di guida ambientale escursionistica. Nel 1999 ho fondato la Barbagia No Limits e nel 2017 ho aperto la Explora 360°, Tour Operator e D.M.C. specializzata nei viaggi avventura e nell'organizzazione di eventi aziendali, con particolare riferimento al Team Building e l'Outdoor Training in ambienti naturali. Oltre a svolgere la professione di Guida Ambientale Escursionistica sono anche il Direttore Tecnico della Explora 360°.

Quando hai capito che poteva essere un lavoro a tutti gli effetti?

Quando le richieste per queste attività iniziarono ad aumentare e il fenomeno dell'escursionismo iniziava a dilagare anche per la nostra isola (anni ‘90). Complici e artefici di questa nuova tendenza sono stati gli stranieri, soprattutto, per quello che mi riguarda personalmente, gli scandinavi e i francesi.

Cosa rende così unico il nostro territorio per i viaggi avventura in Italia?

Senza ombra di dubbio la scarsa antropizzazione del territorio, la straordinaria diversità morfologica e geologica, le biodiversità faunistiche e botaniche, la straordinaria ospitalità di noi sardi, dopo aver superato lo scoglio della diffidenza iniziale, la semplice, genuina e variegata cucina tradizionale, ma soprattutto l'originalità delle nostre tradizioni e feste che in ogni caso a prescindere dalle presenze de "sos istranzos" (chi viene da fuori, anche da un diverso paese sardo, vengono definiti sempre "stranieri") vengono comunque fatte, in primis per la comunità! L'esempio più chiaro e lampante è quello del carnevale tradizionale, che si svolge in un periodo definito turisticamente "morto" ma comunque rimane una grande festa per le comunità locali. Sempre più stranieri vengono attratti da queste iniziative e devo aggiungere che noi operatori del settore, autonomamente cerchiamo di far affluire sempre più "viaggiatori" che apprezzano queste realtà uniche e originali.

Se ci confrontiamo con il resto del mondo, invece?

Sicuramente abbiamo ancora tanti fronti che possono e devono essere migliorati, la nostra deve essere però una "crescita" attenta e mirata, possiamo imparare tanto dagli altri, ma stando attenti a salvaguardare il territorio e le nostre unicità che sono il vero segreto del nostro modesto successo. Guai se dovessimo cadere nella trappola del consumismo o dello svendere il tutto a tutti i costi! Sarebbe l'inizio della fine. Per questo motivo anni fa, volutamente ho deciso di non lavorare con i "turisti", dando la preferenza e la precedenza assoluta ai "viaggiatori". Questi sono gli ospiti benvenuti nella nostra isola, sono le persone in grado di apprezzare, capire e rispettare la natura, l'uomo e la cultura locale.

Quali sono le attività singole più richieste? Quelle che invece, in combinazione, funzionano meglio?

Per quello che mi riguarda e che posso osservare anche dagli altri colleghi, il primo posto sicuramente va assegnato al trekking, segue la mountain bike e subito dopo ci sono le attività acquatiche come il kayak, soprattutto a mare. Da 10 anni a questa parte stanno prendendo piede gli abbinamenti, come ad esempio le settimane di multi activity dove si alternano le attività di trekking, mountain bike e kayak, oppure ancora un mix fra natura e cultura, dove i viaggiatori scelgono di unire alle attività all'aperto, alcune visite culturali che li aiuti ad avvicinarsi e comprendere meglio le culture locali. Sicuramente non sono da trascurare tante altre attività del settore del turismo attivo, come il diving, la vela, il wind e kite surf, dopotutto la nostra è un’isola circondata da un mare meraviglioso e baciata dal Dio Eolo!

Parliamo dell’identikit del viaggiatore attivo tipo che vuole organizzarsi una vacanza in Sardegna. Quale il suo profilo, si tratta di giovani coppie, gruppi di amici, solitari, quale l‘età media? In che percentuale vi arrivano le richieste dall’estero o dall’Italia? Quali i principali Paesi esteri interessati e quale il periodo di viaggio preferito?

Domanda articolata ma assolutamente pertinente! Rispondo in ordine. Non esiste un viaggiatore tipo e tutti sono diversi in base alle proprie passioni e attività praticate che sono quasi sempre strettamente legate alla fascia di età. I giovani ad esempio sono quelli che adorano le attività più estreme come arrampicata e canyonismo che praticano in autonomia, per contro sono viaggiatori spesso individuali con poche risorse economiche da lasciare nel territorio. Scarsissimo, da parte di questi ultimi, l'interesse per la cultura locale e raramente cercano l'integrazione. Le persone oltre i 35 anni apprezzano le attività meno dinamiche come il trekking e mountain bike e spendono il loro tempo per una vacanza che possa essere attiva, ma anche culturale, dove spesso incuriositi, cercano il vero contatto con la popolazione e cultura locale. L’età media dei nostri viaggiatori è 45 anni; ci sono delle eccezioni, con dei ragazzi molto giovani perchè accompagnati dai genitori e ci sono senior che spesso superano i 75 anni. Ricordo che qualche anno fa ho portato a spasso per le nostre montagne una anziana signora svizzera che aveva la bellezza di 89 anni, dolcissima e burlona, che tutti i giorni mi faceva delle proposte di matrimonio!!! Le percentuali di richiesta in base alla nazionalità, nel nostro caso sono del 30% Italiani e il restante 70% dall'estero, che a sua volta suddivido in un buon 40% dalla Francia, 20% Scandinavia e 10% da altre nazioni centro-nord europee. I periodi preferiti dai viaggiatori sono i cosiddetti "periodi di spalla": iniziano da aprile per terminare i primi giorni di giugno, snobbano totalmente luglio e agosto e riprendono a frequentare l'isola da settembre fino alla prima settimana di novembre. Evitano come la peste i periodi di altissima stagione quando la nostra terra viene invasa da turisti, spesso poco rispettosi dell'ambiente naturale e molto "chiassosi". Anche noi durante i mesi di alta stagione lavoriamo molto meno e di conseguenza le nostre proposte sono limitate.

Tu sei sempre molto a contatto con questo tipo di viaggiatori, che cosa li colpisce particolarmente del territorio, che cosa invece apprezzano meno?

Come detto in una precedente risposta, apprezzano il fatto che il nostro territorio è scarsamente antropizzato, ripetono spesso che in Sardegna si prova ancora la sensazione di sentirsi soli, il piacere di non trovare tutti i servizi che si trovano nel resto del mondo, quindi rende più affascinante l'avventura nell'isola, apprezzano il fatto che non ci sono tantissime persone nei sentieri di montagna e adorano il contatto con le persone anziane del posto, cercano di carpire dei segreti della loro vita e da qualche anno a questa parte sono molto interessati alla longevità di questi ultimi. Quello che invece non apprezzano è la confusione dei posti molto turistici, il fatto che senza un’auto la Sardegna è poco fruibile, mezzi pubblici praticamente inesistenti. Sicuramente la pecca sulla non conoscenza delle lingue estere (per alcuni viaggiatori un incubo, per altri uno stimolo ulteriore per socializzare con i locali). Ultima cosa ma non meno importante, la lamentela comune sono i prezzi alti rispetto ad altre regioni Italiane, anche se spesso questa pecca viene dimenticata quando si rendono conto dei servizi di alta qualità, dell'ottimo e abbondante cibo servito a tavola e della infinita disponibilità da parte nostra, naturalmente parlo di guide e operatori della ristorazione e ricettività professionisti, tralasciando coloro che lavorano ancora oggi con le stesse maniere di 40 anni fa, ostacolando l'operato di chi crede ciecamente ed investe quotidianamente sulla destinazione SARDEGNA. Altra cosa non apprezzata sono i ticket per la fruibilità dei siti naturalistici, senza ottenere in cambio dei servizi, che possono essere anche gli scontati servizi igienici, vedi spiagge del golfo di Orosei, che stanno andando al tracollo. Monetizzare tutto ad ogni costo solo per fare cassa, porterà i viaggiatori alla ricerca di altre destinazioni. Personalmente sono contrario e contrariato dalle scelte di alcuni amministratori sardi, ma non voglio innescare discorsi politici e di mala gestione dei territori. Questo potrebbe essere un altro interessante e valido argomento per un prossimo AperiTurismo ;-)

Possiamo definire i viaggi attivi un segmento in crescita per la nostra isola?

Assolutamente sì! Ma si deve e possiamo fare ancora tanto, prestando attenzione nel "dosare" adeguatamente i flussi di visitatori nelle location più delicate e importanti dal punto di vista naturalistico. Se saremo bravi nel gestire i flussi ed adeguare le professionalità alle richieste dei viaggiatori, questa potrebbe essere una delle attività trainanti del mercato turistico sardo e, aggiungo, del tutto sostenibile!

Che cosa, secondo il tuo punto di vista e conoscendo anche altre destinazioni avventura nel mondo, aiuterebbe la Sardegna a fare un grande salto di qualità in questo segmento?

Credo che la Sardegna sia una meta conosciuta da tanti nel mondo, proprio per i motivi di cui ho abbondantemente parlato durante questa intervista, sono convinto che il salto di qualità debba essere fatto con la professionalizzazione degli operatori del settore, nessuno di noi è mai arrivato e mai arriverà! Ci si confronta e si cresce tutti i giorni! E dobbiamo assolutamente difendere la nostra millenaria cultura senza stancarci mai di farla conoscere al resto del mondo, stando attenti a non farsi "globalizzare", l'unicità è la nostra carta vincente! Una adeguata e giusta politica ambientale e sostenibile, sarebbe poi la ciliegina sulla torta.

Grazie Paolo!

Paolo Mulas è uno degli speaker del secondo appuntamento di AperiTurismo.

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