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AperiTurismo con... Mario, European Scuba Agency

aperiturismo2018_MarioRomor

8 maggio 2018

Oggi, attraverso questa bella intervista di Giulia Eremita, conosciamo meglio Mario Romor, della European Scuba Agency

Ciao Mario, raccontaci di te, come ti sei avvicinato al Diving, quando hai capito che poteva diventare la tua professione?

Sono stato coinvolto da un amico all'età di 14 anni e ho partecipato ad un corso della federazione italiana (FIPSAS), ma ho potuto conseguire il primo brevetto solo al compimento del sedicesimo anno di età. Mi sono appassionato alle attività del club ed ho proseguito con la formazione sino a conseguire il brevetto di istruttore FIPSA presso la Scuola Federale di Nervi, diretta da Duilio Marcante. Durante un viaggio in moto in Tunisia ho potuto usufruire dei servizi di un club de plongeé ed è proprio in quell'occasione che con alcuni amici, tra i quali Egidio Trainito, abbiamo pensato che era un bel servizio e che avremmo potuto cercare di proporlo anche in Italia. Rientrati dal viaggio abbiamo deciso e pianificato l'apertura di uno dei primi centri di immersione in Italia. Da subito abbiamo scelto la Sardegna che già conoscevamo ed apprezzavamo.

Sei stato impegnato nel diving a vari livelli, dall’85 al 2001 hai gestito una scuola di diving nell’Area Marina Protetta di Tavolara-Capo Coda Cavallo, ti sei occupato di insegnamento, brevetti, certificazioni ed infine di didattica come training manager e general manager dell’European Scuba Agency, come mai ha scelto proprio la didattica come campo di specializzazione?

Mi appassiona insegnare, mi affascinano gli aspetti della didattica e mi piace “contaminare” le persone con la passione per il mondo sommerso e le attività acquatiche.

• Quale è l’aspetto più difficile nella gestione di un diving in Sardegna?

Ancor oggi direi la stagionalità, la burocrazia e la carenza legislativa (oltre che i costi di gestione)

• Secondo te l’offerta diving in Sardegna ricopre le necessità espresse dalla domanda esistente?

Se per offerta si intende la quantità e la distribuzione dei diving sul territorio direi di si, nel senso che durante la stagione quasi ovunque sull'isola è possibile immergersi usufruendo dei servizi di un centro immersioni. Non riusciamo ancora a proporre la nostra offerta all'estero, ovvero lo facciamo solo in parte.

• Su cosa siamo particolarmente forti, su cosa invece dovremmo ancora investire per questo segmento?

Qualità del servizio, generalmente di alto livello, e qualità (intesa come bellezza, biodiversità, natura, trasparenza, scenari, ecc.) dei siti d'immersione e dei territori circostanti. Dovremmo invece investire sulla comunicazione verso l'esterno, specie all'estero e riuscire a creare e proporre il prodotto “diving in Sardegna”. Credo sia importante anche la conoscenza delle lingue per almeno alcuni dei componenti degli staff dei centri immersioni. L'inglese è già qualcosa, ma non basta. Fornire servizi anche per altre attività sub acquatiche come: apnea, snorkeling, mermaiding, aquatrek.

• Chi sono i nostri principali competitor?

Al di fuori del settore, le altre attività del tempo libero che esercitano un maggior appeal sulla popolazione, specie tra i giovani. Nel settore il nostro più diretto competitor è sicuramente il Mar Rosso, un mare tropicale, fruibile tutto l'anno a circa 4/5 ore di volo dall'Europa. A seguire i Caraibi e, attualmente in crescita, la Spagna con la Costa Brava e le Canarie. Rispetto alle realtà citate la Sardegna è penalizzata dai costi, principalmente dei trasporti ma anche di quelli per la gestione del personale, di vitto e alloggio. Inoltre molte strutture sono chiuse e alcune località, dove si riesce grazie al diving a far arrivare qualche turista, spesso si fatica a trovare servizi attivi (bar, ristoranti, trasporti, negozi, ecc.). Il Mar Rosso è il competitor più forte per la nostra area anche se attualmente, per ragioni legate alle situazioni internazionali, lavora a circa il 50% rispetto agli anni precedenti il quinquennio della rivoluzione araba (2010 – 2015). Le persone, specialmente proprio gli italiani, hanno ancora qualche remora a viaggiare verso quelle destinazioni. Questo potrebbe essere un motivo o un'opportunità per cercare di strutturare un'offerta simile da proporre sul mercato e veicolare così il flusso degli incerti verso la Sardegna che sicuramente lascerà loro un segno indelebile da indurli a ritornare e ad agire come ambasciatori positivi.

• Quali sono i nostri vantaggi competitivi rispetto a loro, ovvero chi sceglie la Sardegna per il diving, cosa trova qui che non trova da altre parti nel mondo?

Innanzitutto la Sardegna, che ritengo sia unica e gode di un suo appeal specifico, quindi la trasparenza ed i colori dell'acqua, il fatto che ci si immerge nel Mare Nostrum e le modalità di gestione delle immersioni. Generalmente offriamo una maggiore cura nel controllo dei subacquei, nella spiegazione di quello che si potrà ammirare in immersione e nella sicurezza. Il fatto che ci si immerge in piccoli gruppi seguiti da una guida qualificata. La presenza di diverse Aree Marine Protette e dei Parchi Marini che attraggono le persone sensibili verso le tematiche ambientali, anche dall'estero.

• Parlando del profilo tipo di chi decide di fare una vacanza diving in Sardegna, stiamo parlando più di istruttori, coppie, appassionati singoli, ragazzi, quale l’identikit del turista tipo che sceglie questo tipo di attività in Sardegna?

Nei periodi di bassa stagione (primavera e autunno) prevalentemente club subacquei organizzati dai propri istruttori che negoziano e organizzano assieme ai manager dei diving dei pacchetti all inclusive che prevedono di solito vitto, alloggio, attività subacquea ed a volte anche i trasporti. Durante l'estate subacquei già brevettati che vengono abitualmente in vacanza con la famiglia, con buon potere d'acquisto. In alcuni casi più componenti della famiglia pratica l'attività subacquea. Ci sono subacquei che ruotano nelle strutture dei tour operator che oltre che proporre Caraibi, Asia e Mar Rosso offrono anche la vacanza in resort della Sardegna. Anche in questo caso persone di una certa età con la famiglia ed un buon potere d'acquisto.

• Invece, chi sceglie di avvicinarsi al diving come esperienza complementare durante una vacanza (al mare, ad esempio) che tipo di profilo ha?

Le prove subacquee attraggono persone diverse, parliamo comunque di persone che sono in vacanza in Sardegna e che hanno quindi un certo profilo economico. Nelle prove si ha una buona prevalenza di giovani e giovanissimi, spesso spinti dai genitori. Una piccola parte arriva in vacanza già con l'idea di iscriversi ad un corso subacqueo.

• Qual è il periodo migliore per il diving in Sardegna? Il diving riesce a creare un po’ di flusso lontano dai classici mesi estivi?

Secondo l'attuale andamento delle stagioni climatiche il periodo migliore è tra settembre e novembre, durante i quali l'acqua conserva una buona temperatura e le condizioni meteomarine sono abbastanza stabili. Io adoro ottobre. Per i popoli del Nord Europa e i subacquei più tecnici anche la primavera, nonostante la temperatura dell'acqua, costituisce un momento magico perché la temperatura inizia a salire, la visibilità migliora e la macrofauna si raccoglie attorno alle secche e vicino alle pareti senza il disturbo del caos estivo. L'attività subacquea crea già un flusso turistico lontano dai mesi estivi ma prevalentemente grazie al lavoro di pochi gestori dei centri d'immersione che propongono pacchetti subacquei nelle principali fiere della subacquea in giro per l'Europa. Credo che in questo senso, creando il prodotto “Diving in Sardegna” ben strutturato e ben veicolato, magari anche dai tour operator, si possa migliorare parecchio.

• Ho visto che segui inoltre alcuni progetti molto specifici sul diving, uno di questi riguarda la didattica di un corso di specializzazione per Istruttori Subacquei per persone diversamente abili, raccontaci un po’ questo progetto. Potrebbe essere questa una nicchia di specializzazione del diving della nostra isola?

Sicuramente l'attività subacquea per persone diversamente abili può essere una grande opportunità per la nostra Isola. Bisognerebbe però, oltre che formare guide e istruttori, avere strutture idonee senza barriere dal punto di partenza delle persone sino ai nostri fondali marini. Attualmente in alcune realtà questo aspetto rappresenta veramente un tallone d'achille. Il mio interesse per questo gruppo di persone è mosso principalmente dal desiderio di sviluppare il più possibile la loro autonomia e renderle libere di muoversi sott'acqua. Con le dovute attenzioni ed i giusti investimenti in quest'area ci sarebbe davvero molto da fare, lo dimostra anche il fatto che sono sempre di più le persone diversamente abili che praticano l'attività subacquea desiderose di viaggiare ed esplorare nuovi posti e generalmente con un buon potere d'acquisto. Un gruppo importante riguarda le persone ipovedenti che sono organizzate e molto attive.

Mario Romor è uno degli speaker del secondo appuntamento di AperiTurismo.

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