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AperiTurismo con... Gianni Crobe, Le amiche di Freya

11 giugno 2018

Dipinti, stampe, sculture, opere grafiche su vari supporti e piccole opere d' arte da indossare: questo è Le amiche di Freya il progetto di Sara Bachmann e Gianni Crobe che si sviluppa seguendo il filo conduttore del costume tradizionale dei diversi paesi della Sardegna. Tiziana Tirelli, in occasione del terzo talk di AperiTurismo 2018, ha posto qualche domanda a Gianni Crobe, ed ecco cosa ci ha raccontato.

• Tipicità ed accoglienza: secondo Le Amiche di Freya si può accogliere qualcuno anche attraverso l'arte e perché?

Si può accogliere chiunque con la nostra arte. I nostri dipinti sono nati a partire da un disegno di Sara realizzato per la nostra bambina Freya. Nel nome Le Amiche di Freya c’è il suggerimento dell’ accoglienza, appunto dell’amicizia. Il disegno divenuto dipinto raffigurava una principessa statica frontale e bidimensionale, un linguaggio semplice per l’infanzia e non solo, l’arricchimento del dato culturale strettamente legato alla Sardegna viene sviluppato per il forte desiderio di insegnare e scoprire le tipicità dei paesi dell’isola. I nostri dipinti raffigurano dolls con indosso abiti tradizionali che in Sardegna sono differenti per aree geografiche e per paesi, il gioco è piacevole per i bambini e per gli adulti. Ci è capitato di allestire una grande esposizione in una nota azienda agrituristica del nord-ovest Sardegna, infatti l’accoglienza l’abbiamo fatta noi, mentre gli ospiti prendevano l’aperitivo, avevano modo anche di muoversi e fruire dei nostri dipinti, era stabilito anche un orario per una visita guidata per la descrizione delle figure rappresentate. C’è stato un ottimo riscontro da parte degli adulti e anche da parte dei bambini che hanno partecipato con interesse ad un laboratorio di disegno tenuto da Sara in un altro spazio predisposto per l’occasione.

Tipicità e tradizione sono spesso termini che vengono usati come sinonimi ma non lo sono affatto: nella vostra produzione artistica prevale la prima o la seconda e perché?

Il nostro modo di rappresentare la Sardegna è atipico perché è una produzione artistica insolitamente destinata all’infanzia, ad un pubblico di bambini sardi e non sardi perché apprendano attraverso immagini interessanti le nostre fiabe e tradizioni. La descrizione dei nostri lavori e i temi proposti catturano l’attenzione anche degli adulti, ci siamo messi nei panni dei genitori che devono continuamente insegnare ai propri figli e trovare un linguaggio semplificato per esprimere più agevolmente concetti complessi nell’intento di aprire un dialogo costruttivo  con i propri figli.  Il tradizionale sta nel voler rappresentare (nonostante le sproporzioni delle dolls)  fedelmente i colori e le forme degli abiti in uso tempo fa, dei paesi dell’Isola. Sara è un’artista danese, io un architetto nato nel Logudoro e laureato a Firenze, viviamo in Gallura, abbiamo avuto modo di vedere le differenze del rapportarsi al dato tradizionale di chi vive in Barbagia e chi è nato e vive lungo i centri costieri, per noi è stato necessario insegnare a nostra figlia e ai suoi amici, quante differenze e quanto siano importanti, gli appuntamenti con la tradizione e quanto sia necessario dare il giusto valore al lato identitario. Esponiamo i nostri lavori in Costa Smeralda, occasionalmente nei mercati dell’arte. Crediamo vivamente che descrivere e narrare le tradizioni dell’isola e i racconti popolari attraverso i dipinti e le riproduzioni di essi, possa dare al turista un’idea di Sardegna non convenzionalmente legata al mare, questo lo hanno capito in un premiato resort del nord-ovest dell’isola, nel quale al posto dei più noti personaggi dei brand dell’industria dei cartoni per bambini, sono stati scelte le nostre Janas e Galanas e i piccoli Balentes. I nostri dipinti vogliono davvero suggerire approfondimenti sul tema delle leggende dei paesi e di questi le tipicità dell’enogastronomia, paesaggistiche, dei rituali religiosi, archeologiche etc.., in un dialogo aperto.

Nella vostra produzione artistica il bianco e rosso sono colori dominanti: esistono secondo voi dei colori che meglio di altri riportano al concetto di Sardegna, accoglienza, tipicità?

La parola accoglienza a nostro avviso predispone al sentimento dell’amicizia, della convivialità, della festa. Nell’accogliere gli ospiti in una festa tradizionale si è pronti a mostrare con orgoglio il lato migliore della propria Isola, un abito tradizionale lo si indossa in modo solenne. Camicie bianchissime inamidate e stirate in modo identitario (vedi in alcuni casi pieghettate come una fisarmonica), il colore rosso di orbace, panni e ricami di seta, broccati anche in altre sfumature sono la rappresentazione di lusso e la bellezza secondo i canoni della tradizione sarda.

L’artigianato sardo è spesso ancorato a simboli arcaici di cui spesso "sos istranzos" non colgono i significati arcaici: esiste un linguaggio artistico comune che può essere utilizzato a livello globale attraverso i media on line ed offline?

È molto difficile arrivare a questo risultato. La nostra isola è un piccolo grande continente, contenitore di tipicità davvero tanto differenti. Accompagnare la singola creazione con un’accurata descrizione in italiano e in inglese potrebbe essere molto utile. E perché no? Se parliamo di identità anche in sardo.

Le Amiche di Freya sono donne e parlano alle donne e a chi ha il cuore aperto all'arte: quanto ha influito l'esperienza del matriarcato sardo nella vostra produzione artistica e, soprattutto, la vostra donna è guerriera o matriarca?

Le figure femminili che rappresentiamo sono bambine, donne, madri, Janas, ma anche esponenti della cultura come la scrittrice Grazia Deledda, le artiste Coroneo, Edina Altara, la più contemporanea Maria Lai. Donna Javotte Manca di Villahermosa, e le muse degli artisti come i Fratelli Melis, Giuseppe Biasi etc. Siamo stati forse i primi a rappresentare le Janas in tante versione come descritte nei racconti popolari, con gli abiti sardi e i magnifici gioielli, tanto decantati come parte dei tesori delle creature fantastiche, il matriarcato vogliamo suggerirlo anche attraverso le figure della Jana Maista, la Regina madre di tutte le Janas, lei aveva il potere della vita e della morte, una Dea Madre, è così che vogliamo introdurre il filone della tradizione orale, della narrazione popolare. Con immagini facili da assimilare.

L'artigianato artistico di pregio ha attraversato un grande periodo di crisi e, grazie anche alla domanda internazionale, sembra essersi ripreso. Secondo voi quali dovrebbero essere le strategie di prodotto e promozionali per supportare, a livello privatistico ed istituzionale, la produzione artistica di eccellenza?

È molto bella e ben organizzata la fiera dell’artigianato sardo di Mogoro, ma a nostro avviso non è sufficiente, potrebbero esserci altri piccole sezioni staccate più vicine ai luoghi di grande affluenza turistica, che potrebbero anche essere efficaci volani. È necessario impiegare curatori delle esposizioni che sappiano dare il giusto risalto e utilizzare un linguaggio semplice in modo più contemporaneo, accogliente, senza troppa rigidità e staticità nelle esposizioni, ma creazione di eventi interessanti, divertenti. Incontri che coinvolgano un maggior numero di operatori e destinate ad un pubblico non eccessivamente sofisticato e già informato.

Se le Amiche di Freya potessero parlare, cosa direbbero per convincere i viaggiatori "dell'arte" a venire in Sardegna e scoprire, oltre ad una terra ricca di tradizioni, anche un patrimonio di moderna tipicità?

Racconterebbero la Sardegna dei pani votivi, degli amuleti arcaici, delle piante e i loro poteri magici, inviterebbero all’ascolto delle launeddas e delle voci dei canti a tenore, suggerirebbero una vacanza fuori stagione per assaporare un’altra Sardegna sconosciuta.

Gianni Crobe è uno degli speaker del terzo appuntamento di AperiTurismo.

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