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AperiTurismo con... Gianluigi Tiddia, aka insopportabile.com

aperiturismo2018_GianluigiTiddia

11 giugno 2018

Tra i tanti interventi previsti per il terzo talk di AperiTurismo2018, "Forme e tipicità dell'accoglienza in Sardegna", c'è anche quello di Gialnuigi Tiddia, aka insopportabile.com.

Tiziana Tirelli lo ha intervistato per noi.

• Il Sardolicesimo come mantra per decantare le unicità della nostra isola. Come nasce e come si alimenta un concetto profondo mascherato da hashtag? Più in generale, il sardolicesimo ha portato alla luce una community che “tifa” per la Sardegna sempre e comunque rappresentando, insieme alla Puglia, un caso di “promozione dal basso” con importanti risvolti in caso di integrazione tra la promozione istituzionale e quella spontanea. Come dovrebbe essere guidato questo processo di integrazione bottom up?”

#sardolicesimo

Il #sardolicesimo nasce da una necessità personale: raccontare la Sardegna oltre gli stereotipi in una chiave più moderna e leggera. Generato da questo pigro tweet evoca il senso del legame religioso collegandolo ad un territorio. Racconta luoghi, tradizioni ed enogastronomia, nostalgia, silenzi e suggestioni, storie dimenticate ma soprattutto racconta lo stretto legame che esiste tra la Sardegna e chi ne rimane indissolubilmente incantato, non necessariamente quindi un locale. In un mondo dinamico in cui i linguaggi cambiano velocemente diventa un pretesto per ricercare nuove chiavi espressive di racconto corale. Francesco Abate (scrittore) lo descrive bene: “Il Sardolicesimo racchiude precetti, modi e modalità del sentirsi non abitanti ma organi di questa Isola.” Organi che raccontano il fascino della Sardegna in una chiave più intima corale e spontanea al di fuori delle chiavi sempre più commerciali, prevedibili e furbe. Per questo le chiavi di racconto collettive hanno un grande valore in un momento in cui il turismo delle esperienze chiede sempre più onestà del racconto stesso, una esclusività nella fruizione in un linguaggio adeguato alle nuove metriche imposte dal digitale. Guidare un racconto collettivo è impossibile, portare in evidenza gli aspetti più utili al racconto è invece più semplice e efficace nel diventare esempio e modello per distinguersi dall’immenso rumore comunicativo turistico mondiale.

I social media evidenziano chiaramente lo scollamento tra la Sardegna patinata delle pubblicità e quella percepita dai viaggiatori più attenti: che idea ti sei fatto dall’alto del tuo osservatorio privilegiato su Twitter? Cosa “shera” di più sui social in merito all’argomento Sardegna?

La Sardegna sui social media è percepita principalmente come una meta esotica di mare e di cibo eccellente. Ma oltre questi aspetti quello che affascina è anche e soprattutto lo stile di vita pregiato in un contesto ambientale straordinario e con tradizioni e cultura da continente. I contenuti più condivisi sono sicuramente le foto di mare e cibo che diventano spesso metro di paragone con il resto del mondo, più per gli italiani che per gli stranieri. C'è però una differenza tra la Sardegna immaginata e quella fruita. I viaggiatori spesso rimangono delusi più per la mancanza di servizi che per la non corrispondenza tra immaginato e vissuto.

Parliamo di percezione: i sardi, on line, vedono le stesse cose dei turisti oppure c’è una percezione diversa della destinazione attraverso gli “umori” che registri on line?”

I sardi hanno la forte convinzione che la Sardegna sia il posto migliore della terra, un paradiso di bellezze ambientali, di cultura e benessere, di cibo e arte, di tradizioni e storia. La Sardegna per i sardi è il migliore luogo del mondo dove poter vivere e dove andare in vacanza, tanto che nelle conversazioni c’è sempre quella sottile perfidia nel comunicare la propria inestimabile fortuna. Peccato che un turista moderno non percepisca solo gli elementi di indiscutibile eccellenza ma anche quelli che insieme compongono ciò che diventa prodotto turistico organizzato. L’insieme spesso porta ad abbassare il livello di eccellenza soprattutto per quei turisti che viaggiano e conoscono luoghi che nulla hanno da invidiare alla Sardegna ma sono molto più organizzati, accessibili e spesso anche più economici. I sardi sono spesso bravi a identificare i problemi, meno a fare sistema per risolverli insieme.

La tipicità è spesso scambiata per folklore: i viaggiatori che si incontrano on line secondo te sono alla ricerca del tipico o del folkloristico?

I viaggiatori che si incontrano online (nella mia seppur ampia ma pur sempre limitata bolla) cercano di vivere una certa esperienza di Sardegna (convinti dalle conversazioni mainstream) ma poi arrivati in loco ricercano l’esclusività, il vivere qualcosa di speciale per pochi. Dire che il turista non apprezzi il tipico a discapito del folklore non sarebbe corretto perché dipende dal tipo di turista. Sempre più il turista ricerca autenticità ma spesso non è pronto o non ha gli elementi di conoscenza necessari per distinguerla dal racconto stereotipato. In qualche maniera il folklore può essere una chiave per poi far scoprire il tipico (anzi, più l’autentico). Diventa strategia difficile quando però il folklore è usato come format per rappresentare una Sardegna decontestualizzata e svilita come spesso accade nelle tante manifestazioni anche al di fuori dalla Sardegna dove appaiono raccontati come fossero fenomeno da baraccone in trasferta.

La musica, la cultura, la lingua, la moda, l’arte, il cibo …. Tutto concorre a formare un’identità “tipica” della Sardegna: ma per un prodotto turistico veramente identitario quali sono secondo te gli ingredienti necessari per realizzare la ricetta migliore?

L’ingrediente necessario non è più forse il cosa ma il come. La Sardegna è una percezione complessa, una entità multiforme profonda e sfaccettata che ha come punto di forza la suggestione potente di una esperienza esclusiva e difficilmente codificabile. Non sono la somma dei fattori mare, cibo, cultura, ambiente e tradizioni ma la moltiplicazione degli stessi in una formula che ne aggiunge valore senza essere matematicamente determinata. L’identità e la tipicità sono processi dinamici, anche. L’errore spesso è di ritenere tipico ciò che è storicizzato quando invece spesso la nostra tipicità deriva da commistioni esterne alla nostra cultura. Tra cento anni la nostra cucina “tipica” non sarà più quella di oggi, ad esempio. Tipico è il valore culturale di fondo che aggiunge una sorta di aura ad aspetti che singolarmente non apparirebbero come tipici. La ricetta migliore per la Sardegna può essere quindi il racconto che renda giustizia e metta in evidenza e coerentemente questi fattori senza apparire come singoli prodotti in uno scaffale di un supermercato ma come cucinati in un pranzo indimenticabile serviti come reali in un ristorante esclusivo immerso nella sfolgorante bellezza di una natura unica.

I social come medium per motivare, sensibilizzare e fidelizzare i turisti millennials: cosa manca all’offerta turistica sarda per soddisfare questa particolare domanda in ascesa?

Mancano tre cose: una è l’organizzazione dell’informazione come accoglienza digitale. Senza un front office efficiente, hub di informazione territoriale e fonte certa di informazioni (ad esempio per gli eventi) non si può pensare di poter offrire elementi su cui poggiare un servizio serio e affidabile. Altro aspetto è capire chi deve fare queste operazioni: il pubblico (Regione, Comuni, Enti vari) spesso non riescono a stare al passo di un mercato così dinamico quale è quello della comunicazione digitale. Creare una struttura privata a partecipazione pubblica per avere strategie snelle ed efficienti all’interno di una regia condivisa ritengo sia la soluzione più efficiente. Ultimo aspetto i linguaggi: ogni target necessita del linguaggio adeguato, anche e soprattutto le generazioni più giovani. Pensare di intercettare i millennials con linguaggi o strumenti sbagliati sarebbe soprattutto stupido. Quindi organizzazione dell’informazione, infrastruttura e persone formate in un soggetto privato-pubblico, scelta di linguaggi e strumenti adeguati secondo target.

Ti sei particolarmente impegnato nel progetto Parole O Stili : quali sono secondo te le frasi da evitare con i turisti in un processo di accoglienza evoluto sia on  line che off line?

Quando ti fanno una domanda non rispondere o rispondere “non lo so”. Esserci sempre e comunque e quando non si sa rispondere basta un educato “Non so ma mi informo e le faccio sapere”: con un sorriso se si è nel front office o uno smile se sui social :)

La Sardegna turistica on line che vorresti è tradizionale o tipica?

La Sardegna turistica che vorrei fosse rappresentata on line è quella di un luogo dove potersi perdere in un viaggio di scoperta lanciando la suggestione ma lasciando la curiosità di viverla. Perché in un mondo sommerso da informazioni, consigli, suggerimenti, mappe, recensioni e foto lasciare il gusto della scoperta è forse adesso la sfida comunicativa più difficile. 

Gianluigi Tiddia è uno degli speaker del terzo appuntamento di AperiTurismo.

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