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AperiTurismo con... Filippo Filippeschi, owner In-Italia

aperiturismo2018_FilippoFilippeschi

11 giugno 2018

Oggi conosciamo meglio Filippo Filppeschi, speaker di "Forme e tipicità dell'accoglienza in Sardegna", il terzo talk di AperiTurismo2018. Filippo, nel 1999, ha fondato in Danimarca il portale www.in-italia.dk, che fu il primo a presentarsi solo on-line sul mercato scandinavo, dove ha ancora oggi una posizione di rilievo per i viaggiatori che scelgono l’Italia come meta delle loro vacanze. Nel 2014 ha fuso il brand In-italia con l’emergente portale Hideaways (pacchetti dinamici) dando vita a Signatours. Dal 2002 si occupa anche di un'interfaccia che raccoglie i dati dai maggiori channel manager e bed banks e li rende accessibili per i tour operator.

• Ciao Filippo. Tu hai iniziato con un piccolo Tour operator e adesso fai parte della grande famiglia di Signatours. Ci puoi dare qualche numero in merito ad arrivi/presenze in Sardegna dal momento dell’apertura della destinazione ad oggi?

Grafico Filippeschi
Il grafico sopra esprime il numero di persone in arrivo, mese per mese, per ogni anno dal 2010 al 2019 (2018 e 2019 sono in corso). Il picco lo abbiamo avuto nel 2013 con 960 persone per qualche decimale in più di 7 notti per persona a prenotazione.

I clienti del Nord Europa in Sardegna cercano, per la tua esperienza, tipicità o tradizione, e perché?

Cercano quello che percepiscono come autentico. Per alcuni la Costa Smeralda è autentica, per altri lo è il Supramonte. La percezione dell’autenticità ha spesso a che fare con la conoscenza e la formazione culturale del viaggiatore.

Stai implementando un nuovo channel per contenere lo strapotere delle Ota, si potrà usare anche per i servizi turistici o resterà ad appannaggio delle strutture alberghiere ed extra alberghiere?

Al momento il sistema di raccolta dei dati e di gestione dei calendari è ad esclusivo servizio di coloro che offrono pernottamenti. Non escludiamo di sviluppare in futuro la possibilità di distribuire escursioni, degustazioni, concerti, etc.

Le esperienze turistiche caratterizzate da alto tasso di tipicità (es. eventi, degustazioni, mostre etc) nel prossimo futuro saranno inserite come parti integranti dei soggiorni prenotabili con voi (tour operator) o resteranno servizi a parte da scegliere magari direttamente in loco?

L’uno non esclude l’altro – per i tour operator è tuttavia necessario sviluppare pacchetti che si differenzino dalle OTA. Ritengo che questa sarà una attività sempre più cruciale per poter (ri)conquistare fette di mercato che oggi sono passate alla prenotazione dell’accomodation only e del volo spacchettati tra loro.

La sostenibilità nelle sue accezioni ambientali, sociali ed economiche, che ruolo ricopre nei comportamenti di acquisto dei turisti del Nord Europa in merito alla destinazione Sardegna?

Temo – purtroppo – nessuna. Il che non significa che io non ne condivida etica ed obiettivi.

Quali sono le difficoltà maggiori riscontrate nella contrattualizzazione degli operatori turistici sardi, differenziando, possibilmente, tra comparto alberghiero ed extra alberghiero?

Per il sottoscritto la difficoltà maggiore è sempre stata legata ai trasporti per la Sardegna e non al management delle strutture in Sardegna. Credo che in Sardegna lo sviluppo delle nuove tecnologie per la distribuzione sia in media avanti rispetto a tante altre aree del nostro paese. Questa è per lo meno la mia percezione, soprattutto da parte delle strutture ricettive. Per i DMC / agenzie locali ho invece avuto grandi difficoltà a trovare intermediari che avessero gestionali e tecnologie all’altezza degli hotel e delle strutture extra-alberghiere.

Visto dall’estero, cosa è tipico, cosa è tradizionale e cosa è folkloristico in Sardegna?

Sono molti anni che io non faccio più la vendita “al desk” per cui sono molto meno aggiornato sulle tendenze e le conoscenze rispetto ai miei colleghi delle vendite. In ogni caso – per quanto possa dispiacere ai sardi, ai toscani e ai pugliesi come a tutti gli altri – noi possiamo anche discutere su cosa è sardo e cosa non lo è, ma non dobbiamo dimenticare che tutto il resto del mondo interpreta ogni attività, festa, tradizione come italiana e non come tradizione regionale. Siamo italiani – agli occhi degli altri – prima di essere sardi, siciliani, toscani, etc. Ciò che io e mia moglie (anche lei italiana) vediamo come sardo, per i viaggiatori che ci cercano è semplicemente italiano: vale per il pecorino, per i Mamuthones e per i murales di Orgosolo. Vorrete scusami se la mia risposta è così evasiva.

Filippo Filippeschi è uno degli speaker del terzo appuntamento di AperiTurismo.

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