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Mont'e Prama, gli archeologi: in quell'area c'è ancora tanto da scoprire

15 gennaio 2019

Il sindaco Andrea Abis: chiederemo ai proprietari se sono pronti a vendere
«ACQUISIREMO LE TERRE PER GLI SCAVI»

Cabras - Tombe e Giganti sono già emersi. Ma a poca distanza dalla necropoli di Mont'e Prama, e cioè nei terreni privati dove qualcuno in questi anni ha piantato persino un enorme vigneto, potrebbe nascondersi altro ancora. Elementi utili per continuare a scrivere la storia del Sinis. Ma finché quelle terre non saranno espropriate gli archeologi non potranno fare più di tanto. Se non effettuare piccoli saggi, come del resto è stato fatto in questi anni. Indagini che hanno restituito tombe a pozzetto, modellini di nuraghe e anche un piccolo frammento, forse parte di un pozzo, che potrebbe appartenere a quel tempio che, secondo gli studiosi, prima o poi verrà alla luce. Si è parlato anche di espropri durante il convegno dal titolo “Dove inizia e finisce la necropoli di Mont'e Prama?”, sabato scorso al centro polivalente di Cabras.

GLI ESPROPRI  «Mont'e Prama è un sito molto complesso - ha spiegato Alessandro Usai, archeologo della Soprintendenza e responsabile del lavoro di ricerca nell'area di scavo -. Ancora, infatti, non è stato possibile individuare i confini del sito. Su alcuni punti sappiamo già che dovremo approfondire e proseguire. Per poter scavare oltre l'area recintata di proprietà della Curia però aspettiamo l'esproprio delle terre private. È necessario fissare dei limiti per la tutela del sito e della ricerca. Il vigneto purtroppo è sorto prima dell'imposizione di diversi vincoli».

I VINCOLI  Quasi dieci ettari attorno al sito di Mont'e Prama, infatti, solo due anni fa sono stati vincolati dal Ministero che ha imposto agli agricoltori regole precise: non si possono costruire edifici, è vietato effettuare arature di profondità superiore a 50 cm e non si possono aprire nuove strade carrabili tanto meno utilizzare i terreni come deposito materiali. Vietata poi l'installazione di linee telefoniche, antenne e di qualsiasi tipo di pannello. Ma per poter scavare in maniera approfondita i terreni devono essere espropriati. «Bisogna unire le forze e agire in questo senso - continua Usai -. Il Comune di Cabras mi ha garantito impegno».

IL COMUNE  E il sindaco Andrea Abis conferma: «Al primo punto del programma sulla valorizzazione del sito c'è proprio l'acquisizione delle terre adiacenti all'area attualmente recintata. Ci stiamo lavorando. Ora bisogna capire se i proprietari accettano la semplice vendita. Altrimenti si proseguirà con l'esproprio, come previsto per legge. Ai padroni delle terre andranno ovviamente indennizzi».

I PROSSIMI SCAVI  Intanto si parla già di nuovi scavi. Gli archeologi torneranno nel Sinis in primavera. «Per i prossimi interventi ci sono a disposizione circa 150 mila euro - conclude Alessandro Usai - Parte stanziata dal Ministero e altri invece dalla Fondazione Sardegna. Grazie alle risorse ministeriali scaveranno gli archeologi della Soprintendenza, mentre con gli altri fondi l'Università di Sassari».
Sara Pinna


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