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Università - Comune e Provincia insieme per la difesa dei corsi e dei lavoratori

22 ottobre 2009

 

Oristano si mobilita per difendere i corsi universitari attivati in città.
Ieri sera, il Consiglio comunale e il Consiglio provinciale, in seduta congiunta, hanno approvato all’unanimità un ordine del giorno che “impegna ad attivarsi presso le sedi istituzionali nazionali e regionali, affinché sia salvaguardata l'offerta universitaria del consorzio uno, tutelando il diritto di studio, di ricerca, difendendo altresì la sicurezza del posto di lavoro di tutti coloro che operano presso il Consorzio Uno. A richiedere alle Università di Sassari e di Cagliari un rinnovato impegno e un'ampia apertura al dialogo con il territorio e con le imprese, le istituzioni locali nella convinzione che questo rappresenti una grande occasione di sviluppo. A sostenere anche economicamente i corsi universitari di Oristano con fondi propri e con attrezzature messe a disposizione dagli stessi. A istituire un tavolo di crisi a carattere permanente, con decorrenza immediata per monitorare, verificare e avanzare proposte di miglioramento in relazione alle problematiche degli stessi corsi".

La voce che si è levata dall’Hospitalis Sancti Antoni è stata una, forte e autorevole: salviamo i corsi universitari, difendiamo un importante presidio culturale e tuteliamo i lavoratori.

Oltre ai due Consigli erano presenti i consiglieri regionali Oscar Cherchi, Antonio Solinas e Attilio Dedoni (Presidente della Commissione Cultura del Consiglio regionale), il neo Rettore dell’Università di Sassari Attilio Mastino e il Prorettore di quella di Cagliari Giorgio Piccaluga, il Presidente del Consorzio UNO Gian Pietro Pili e poi rappresentanti della Camera di commercio, delle forze sociali e numerosi docenti, lavoratori e studenti.

“La seduta di oggi coincide con una delle fasi più drammatiche della vita della preziosa realtà della sede universitaria decentrata di Oristano” ha detto il Sindaco Angela Nonnis che ha ricordato i numeri di una sede “nata come centro di cultura e di ricerca a livello universitario, frutto di una saggia intesa stipulata con la Regione Sardegna per lo sviluppo sociale, culturale e economico del territorio. È giusto rendere merito a coloro che all'epoca condivisero quell'opportunità e a coloro che oggi costituiscono il consorzio, Comune e Provincia che all'unisono hanno condiviso l'urgenza di convocarsi e di attivarsi affinché sia salvaguardata la presenza universitaria in città e il posto di lavoro di quanti operano presso il consorzio”.
Il Sindaco Nonnis ha parlato di una piccola ma efficiente realtà universitaria che conta 700 iscritti (4/10 dei quali provenienti da altre province e regioni), 400 laureati, 86 con laurea specialistica o diploma universitario, il 46% occupato ad un anno dalla laurea “ma giudicare semplicemente dai numeri una sede universitaria decentrata significherebbe sminuire il patrimonio di conoscenza e di competenza che è andato maturando in questo quindicennio. La presenza della sede universitaria nella nostra città ha rappresentato e rappresenta ancora oggi una rilevante opportunità economica per il territorio, anche per l'indotto che ha consentito di generare, coinvolgendo professionalità, forze lavoro, creatività intellettuali, specialistiche e meno specialistiche, concorrendo così ad arricchire la città e la provincia”.
Per il Sindaco Nonnis “occorre sciogliere il nodo della mancata erogazione di una quota consistente di finanziamento e occorre un impegno concreto da parte di tutti per condividere una strategia immediata, prossima e futura. Solo così sarà possibile individuare un punto di contatto tra le prospettive di internazionalizzazione, di potenziamento e sviluppo della sede universitaria”.

Il Presidente del Consorzio UNO e consigliere provinciale Gian Pietro Pili ha ricordato che “dall'inizio di quest'anno ci si è resi conto che le risorse finanziarie che la Regione metteva a disposizione non erano più sufficienti per assicurare da un lato il mantenimento dei posti di lavoro e dall'altro la qualità della formazione degli studenti e meno che meno la ricerca, elemento fondamentale che giustifica la presenza dell'università a Oristano. Ma non si può parlare solo di finanziamenti. Per fare università, formazione e ricerca c'è bisogno che anche i due atenei di Cagliari e Sassari ritengano indispensabile che le sedi gemmate continuino a vivere”.
“Dal punto di vista finanziario sono venuti a mancare 500 mila Euro, che possono sembrare un'inezia, ma che nel complesso e nell'articolazione della vita del consorzio e quindi della formazione universitaria sono una cifra ingente, perché rappresenta il 20% delle necessità – ha proseguito Pili -. Oggi, grazie alla pressione che i lavoratori stanno portando avanti nei confronti dei politici, si è arrivati a questa assemblea. Spero che domani ciascuno di noi, per le proprie competenze, faccia di suo quello che ritiene, ma che lo faccia”.

Il Presidente della Provincia Pasquale Onida ha ricordato l’assemblea organizzata a Marzo dai lavoratori “un incontro che doveva essere operativo e concreto, ma che non ha prodotto risultati”.
“Al tavolo di crisi emerge sempre di più con forza che il futuro di questo territorio cammina su tre livelli: turismo, agroalimentare, cultura e ambiente”.
Per sostenere la cultura e, nello specifico, l’Università il Presidente Onida ha lanciato una proposta al Consiglio provinciale, al Comune capoluogo, ma anche ai comuni della provincia: “Per un anno rinunciamo alle spese discrezionali e mettiamole a disposizione dell'università di Oristano. Allo stesso tempo chiedo ai Consiglieri Regionali e al Presidente della commissione cultura una forte adesione a questa lotta e una forte determinazione a imporre agli Assessori della Regione che ci vengano incontro alle esigenze che stiamo proponendo”.

Per il Consigliere comunale e provinciale Peppino Marras l’impegno deve essere diretto alla difesa dell’università mentre “la tutela dei lavoratori sarà conseguente, il loro problema sarà risolto in virtù della permanenza dell’Università a Oristano”. Marras ha condiviso la proposta del tavolo di crisi “che oltre ad affrontare il problema contingente, deve avere la capacità di guardare oltre, di vedere negli anni futuri”. Secondo Marras gli enti locali devono essere i primi a investire nell’università: “Se ci crediamo, se chiediamo agli altri convinzione nel portare avanti il progetto università a Oristano, prima di tutto rendiamolo credibile, ma soprattutto rendiamolo credibile dimostrando che investiamo anche noi in questa università. Se noi investiamo zero euro, diventa difficile convincere gli altri che devono investire le loro risorse”.

“Il Consorzio Uno deve rivendicare con forza i meriti – ha detto il Consigliere provinciale Stefano Figus -. Credo che debba essere tenuta in debita considerazione la cultura del risultato. E' una struttura periferica che in proporzione al numero di alunni che la frequentano ha espresso risultati lodevoli e questo è uno degli aspetti di cui si deve tenere conto. Sono d'accordo la proposta del Presidente Onida di destinare risorse, così come potrebbe fare il Comune di Oristano, ma il problema di fondo è che bisogna mettere di fronte alle proprie responsabilità chi le responsabilità le ha, un Governo che ha fatto una riforma che non è una riforma. La Riforma Gelmini prevede solamente tagli economici e non capisco come l’Assessore Baire possa aver firmato un accordo di questo tipo con il Governo”.

Per il consigliere comunale Umberto Capoccia la difesa “non deve essere solo del posto di lavoro dei dipendenti del Consorzio Uno, ma della città di Oristano, del suo territorio e dei cittadini. Il problema dell'università diffusa dev'essere inserito nel quadro di una globale politica regionale dell'istituzione universitaria. La Sardegna ha bisogno di una maggiore e più moderna offerta universitaria, territoriale o diffusa, considerata nell'ambito di un progetto globale di sviluppo regionale, culturale ed economica. In questo progetto appare riduttivo il concetto di università diffusa con compiti esclusivamente didattici. L'università territoriale deve contribuire allo sviluppo del territorio, diventare un'infrastruttura stabile e punto di riferimento per attività socio - culturali e di ricerca applicata”.

“Da Oristano parte un messaggio di unitarietà forte e chiaro verso la Regione attraverso un ordine del giorno che istituisce un tavolo di crisi e che pretende risultati concreti” ha osservato il consigliere comunale e provinciale Mauro Solinas

Il Preside della Facoltà di Agraria di Sassari Pietro Luciano ha ricordato che l’Università di Sassari è presente a Oristano da 40 anni con due aziende sperimentali e dalla fine degli anni ‘90 con diplomi universitari prima, con due lauree triennali poi e infine con una sola laurea triennale che ha due curricula, ma anche con il corso di laurea in beni culturali, con il curriculum di archeologia subacquea.
“L’Università di Sassari da dimostrato in più occasioni la volontà di proseguire l'esperienza a Oristano – ha detto il Professor Luciano secondo cui occorre distinguere i problemi su due piani “un piano nazionale con tagli consistenti del fondo di finanziamento ordinario delle università di tutto il meridione d'Italia, anche di Sassari e di Cagliari. Quando fra i parametri, per valutare l'università si utilizza l'attrazione di laureati da altre regioni, da altre sedi universitarie, soprattutto per le lauree specialistiche, è chiaro che le università della Sardegna sono penalizzate. Quando siamo giudicati sul numero dei laureati occupati è chiaro nel meridione la disoccupazione è fortissima. Ci sono dei parametri nazionali che ci penalizzano gravemente. La legge nazionale ci obbliga a destinare dodici docenti per ogni corso triennale. La Facoltà di Agraria deve mettere a disposizione venti docenti, un quarto del suo potenziale per tenere in piedi un solo corso triennale. Questo non è possibile. Allora bisogna trovare delle soluzioni, delle soluzioni locali, che derivano dalle risorse che si possono mettere a disposizione delle università, per tenere in piedi le sedi gemmate. La Regione ha continuato a tagliare le risorse per le sedi gemmate e questi finanziamenti consentono appena appena di fare la didattica”.

Il Prorettore dell’Università di Cagliari Giorgio Piccaluga ha espresso un giudizio positivo sulle sedi decentrate anche se nel corso degli anni “c’è stata una proliferazione eccessiva di queste sedi e questo ha concorso al giudizio negativo che le ha coinvolte. Cagliari ha due corsi a Oristano in biotecnologie industriali e in economia e gestione dei servizi turistici. Per l'anno appena partito i requisiti ministeriali sono rispettati, ma i requisiti che ci vengono preannunciati a partire dal prossimo anno accademico con la direttiva Gelmini colpiranno anche i corsi della sede principale. Abbiamo la volontà di tenere in piedi i corsi di Oristano e speriamo che dalla verifica salti fuori che i requisiti si possano rispettare, altrimenti avremmo gli stessi problemi di cui ha parlato un attimo fa il collega di Sassari. Non credo che la realtà delle sedi decentrate potrà andare avanti se non si riesce a trovare un accordo con la Regione”.

“Il Ministro Gelmini sta intervenendo con la scure per tagliare le sedi decentrate – ha detto il Presidente della Commissione cultura del Consiglio regionale Attilio Dedoni -. È un taglio che toccherà anche le università telematiche come quella di Scano Montiferru. Capisco la posizione del Presidente Onida che è pronto a rinunciare ai finanziamenti della Provincia per garantire l'università. Però dev'essere la Regione a farsi carico dei suoi compiti e doveri dando certezza all'università diffusa in Sardegna, a Oristano e Nuoro. Credo che questa Giunta abbia la disponibilità a rivedere le sue posizioni se sarà messa davanti a fatti concreti. Ad esempio quelli che riguardano la facoltà di archeologia subacquea e costiera per la quale si sta mobilitando l'università nazionale e interuniversitaria, che fa abbattere complessivamente quei parametri e quindi toglie e taglia quelle le tagliole messe dalla Gelmini. Ci sono rapporti ormai concretizzati con l'Egitto e con l'università di Luxor”.

“Che fine hanno fatto gli impegni assunti 7 mesi fa durante la riunione organizzata dai lavoratori?” ha chiesto provocatoriamente il consigliere regionale Antonio Solinas secondo cui “da allora le cose sono peggiorate visto che la nuova finanziaria prevede un'ulteriore riduzione di 1 milione e 300 mila euro. Dopo tredici anni di lavoro questo territorio, queste istituzioni hanno dimostrato serietà, capacità e anche di avere dato priorità al progetto universitario”.
Rivolto al Presidente della Provincia ha chiesto “come istituzione più alta del nostro territorio, che si faccia carico di convocare gli otto Consiglieri Regionali della Provincia, il Sindaco della città capoluogo e il Presidente del Consorzio Uno per chiedere alla Regione un incontro finalizzato solo e esclusivamente al problema dell'università Oristanese”.

Il neo eletto Rettore dell’Università di Sassari Attilio Mastino ha espresso solidarietà nei confronti dei lavoratori del Consorzio UNO, dei docenti, degli studenti e della provincia di Oristano.
“Nell’ultimo mese ho passato diverse giornate con il rettore eletto di Cagliari e con l'Assessore Regionale La Spisa per trovare alcune strade, perché non è vero che c'è un taglio del fondo delle sedi gemmate. È stato scorporato il fondo per l'Ailun e viceversa il fondo per la ricerca viene incrementato di 10 milioni, mentre viene decrementato il fondo per le università. Dunque ci sarà un investimento della Regione, ma questo non è sufficiente nel momento in cui il Governo taglia e taglia pesantemente, istituendo soprattutto dei vincoli che limitano enormemente la possibilità di fare curricula e la possibilità di intervenire in sedi gemmate”.
“Investire in conoscenze in Sardegna ha un senso più che altrove – ha proseguito -. Credo che noi dovremmo batterci perché le risorse alle università arrivino, perché le università siano veramente il motore dello sviluppo della Sardegna e credo che troveremmo tutte le occasioni per ricordare che esistiamo, che abbiamo la qualità che ci mette in primo posto non soltanto in Sardegna, ma diciamo che ci mette al centro di politiche internazionali, l'università è la finestra con la quale il territorio si affaccia in Europa, si aftaccia nel Mediterraneo e credo che l'università possa essere lo strumento di crescita anche per l'Oristanese”.

Per il Consigliere regionale Oscar Cherchi è essenziale che in Regione ci si batta per eliminare il fondo unico e creare un fondo distinto per ogni sede “e occorre che in queste circostanze ci togliamo la casacca e che discutendo la Finanziaria, quindi il futuro dell'università diffusa in Sardegna, siamo uniti per il nostro territorio”.

Il Presidente del corso di laurea in tecnologie viticole, enologiche e alimentari Giovanni Antonio Farris e quello di Economia e Gestione dei servizi turistici Giuseppe Melis hanno difeso e motivato la presenza dell’Università di Sassari a Oristano.
Per Farris “Oristano ci è parsa la sede più idonea proprio per il suo contesto di tipo economico. Da questo punto di vista credo che l'università abbia veramente senso qui a Oristano. A Oristano è stata acquisita un'esperienza unica nel suo genere, l'esperienza del consorzio uno. Questo polo universitario è coordinato da persone con alta esperienza”.
“Alcuni dei laureati nel nostro corso oggi ricoprono importanti incarichi professionali, ma bisogna investire nella qualità della nostra offerta formativa” ha aggiunto Melis.

“La ricerca è essenziale per l’impresa ma deve essere sostenuta con risorse pubbliche” ha osservato il Segretario generale della Camera di Commercio Enrico Massidda

Anche gli studenti hanno voluto far sentire la loro voce proponendo di andare direttamente del Ministro Gelmini a far capire il valore di un corso di eccellenza come quello di archeologia subacquea che non deve essere considerato un corso di Oristano ma un corso dell’Italia che qualifica il Paese e richiama studenti anche dall’estero.

E sulle prospettive di internazionalizzazione è intervenuto il Professor Raimondo Zucca: “Con altre università italiane, europee e mediterranee si può attivare a Oristano una nuova proposta formativa che sia rispondente ai bisogni di alta formazione”.



 


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