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Il presidente Pili si dimetta

29 novembre 2009

Basta con il fioretto: l’università oristanese sembra avere il destino segnato e la caccia ai responsabili è ufficialmente aperta. Giampietro Pili è diventato presidente del Consorzio Uno da poco tempo, ma in questi mesi non è stato molto presente nel dibattito sul rischio chiusura dell’università. E ora il consigliere provinciale del Pd, Peppino Marras, chiede che il presidente Pili venga sfiduciato. Marras solleva anche un problema di incompatitibilità per il presidente del Consorzio Uno che è anche sindaco di terralba come tale sta sponsorizzando l’istituzione di corsi di laurea in quella città. L’esponente del Partito democratico ricorda «il momento di crisi che attraversa il consorzio universitario oristanese, che sembra non trovare soluzioni credibili per il superamento della stessa, sembra necessario fare alcune valutazioni». «In questo ultimo anno la situazione è precipitata - scrive Marras -. L’iniziativa per portare il “problema” università al centro del dibattito politico, e quindi a conoscenza dell’opinione pubblica, non è venuta dai vertici del consorzio, ma dai lavoratori». In questo anno il presidente designato dall’amministrazione provinciale, Gianpietro Pili, non ha mai portato all’attenzione del Consiglio Provinciale le problematiche dell’università e eventuali: «Questo non è positivo - dice Marras -. La mancanza di una strategia, mai neppure abbozzata, né al Consorzio, tantomeno al Consiglio provinciale sono un altro grave indizio». Il fatto di essere promotore di una iniziativa simile (università telematica del terralbese), in quanto sindaco di Terralba, per Marras mette Pili «in in una condizione di evidente conflitto di interessi che rende necessaria una scelta». Le accuse quindi sono mancanza di strategia, assenza di un confronto con il consiglio provinciale, evidente conflitto di interessi. Quindi Marras chiede le dimissioni di Pili. Ma la situazione merita una riflessione più ampia. Secondo Peppino Marras «è necessario che gli enti che partecipano all’università oristanese mettano in atto un importante sforzo che, tenendo conto delle caratteristiche del territorio, leghi indissolubilmente le stesse all’attività del consorzio, assicurando in questo modo ricadute di tipo economico, occupazionale, culturale». Un’impostazione dalla quale non si può prescindere «per pretendere le giuste risorse, che a quel punto ci spetterebbero non come “mancia”, ma in quanto elemento indispensabile per la crescita della provincia di Oristano». Su questa proposta può esserci un confronto con la Regione, le imprese locali e le università di Cagliari e Sassari: «Senza questa progettualità - prosegue Marras -, che non è certo semplice, non c’è futuro». «Il Consorzio da quando è nato ad oggi - ricorda Marras -, ha cercato, con alterni risultati, di dare una identità e una prospettiva all’università del nostro territorio. I primi anni sono stati i migliori, come sempre succede, spinti da un grande entusiasmo che ha portato al raggiungimento di importanti traguardi». Oggi queste condizioni sono in discussione per diversi motivi: «L’insufficienza di fondi regionali, l’assenza di una strategia o piano di sviluppo che dir si voglia che vada oltre il superamento stentato del solito anno accademico. Il vero limite appare proprio quest’ultimo, se infatti è possibile che si riesca a limitare i danni, non si può dire lo stesso per un futuro che possa definirsi tale».

Roberto Petretto


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