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Salvate la nostra università

16 novembre 2009

Sinora chi aveva fatto sentire più in alto la propria voce a difesa dell’università oristanese erano stati i lavoratori del Consorzio uno.
A sostegno della difficile battaglia intervengono ora anche gli studenti. «L’importanza del polo universitario oristanese va ben oltre il concetto di aggregazione culturale e scientifico - scrivono gli studenti in un documento -. La sua posizione centrale all’interno della provincia di Oristano favorisce il convergere di studenti da ogni parte della Sardegna, facendo venir meno il luogo comune per cui l’Università ad Oristano sia riservata soltanto allo studente della porta accanto».
Invece l’università oristanese «è, al contrario, di rilevante interesse per tutto il territorio regionale e nazionale, grazie ai corsi di laurea presenti. Basti pensare che la struttura ospita l’unico corso di laurea di Archeologia subacquea a livello nazionale».
Gli studenti elencano i pregi dell’università oristanese: un servizio di eccellenza, un ambiente tranquillo per vivibilità e godibilità, centralità della collocazione, l’ottimo lavoro dei tutor.
«A livello prettamente economico - continua il documento -l’istituzione oristanese crea un indotto non indifferente e, poichè la maggior parte degli studenti proviene da tutte le parti della Sardegna, si favorisce il mescolarsi di idee e si permette anche una maggior omogeneità della società sarda che trova nei giovani il suo motore di sviluppo».
GLi studenti sollecitano un impegno concreto da parte delle istituzioni: sinora ci sono state solo promesse, ma ben pochi atti concreti: «Quello che noi chiediamo alle istituzioni del territorio e in primo luogo alla Regione, è la continuità nel dare fiducia al Consorzio uno perchè perseveri nel suo progetto di portare il polo universitario oristanese a livelli sempre più alti e perchè possa dare lustro alla città di Oristano, dimostrando così che anche la Sardegna può ritagliarsi il ruolo da protagonista in ambito di ricerca e cultura. Questa fiducia - prosegue il documento - si traduce nell’erogare le adeguate risorse finanziare, atte non solo alla continuità, ma anche al potenziamento delle strutture e dei laboratori, per contribuire ai tirocini, alle visite aziendali, ai viaggi studio e all’attuazione di nuovi progetti».
Secondo gli studenti «far morire l’Università ad Oristano sarebbe come togliere linfa vitale a una pianta nel pieno della sua crescita e vigore, bloccando le ambizioni non solo degli studenti ma anche di chi ha dato tanto per creare dal nulla una grande risorsa per il territorio tutto».
I ragazzi che frequentano i corsi di laurea del Consorzio Uno reclamano «il diritto di formarci culturalmente prima e professionalmente poi, ma per farlo abbiamo bisogno del Consorzio Uno, e quest’ultimo ha bisogno dei fondi per poterci garantire il massimo di quanto concessogli, per continuare ad offrirci questo splendido servizio invidiatoci da tutti».
Una battaglia che coinvolge gli studenti in Tecnologie viticole, in Economia e gestione dei servizi turistici, in Biotecnologie industriali, in Archeologia subacquea. Tutti uniti nel comunqe grido di battaglia: «L’università non deve chiudere».

 


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