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Dall’archeologia all’arte, coinvolti 40 esperti

«Il vino in Sardegna»

12 gennaio 2011

Seicento pagine, cinquecento immagini, quaranta studiosi di varie discipline coinvolti: è una monografia dai grandi numeri quella dal titolo «Il vino in Sardegna» appena pubblicata dall’editore nuorese Ilisso.

Che non sia un normale volume sull’enologia ma una pubblicazione che, obiettivamente, mancava, è già chiaro dal sottotitolo, «Tremila anni di storia, cultura, tradizione e innovazione», e ancor più dal sommario dell’opera, divisa in quattro sezioni affidate ad esperti di varie discipline. Nella prima, «La storia. Dal prenuragico ai giorni nostri», la parola passa ad archeologi e storici, impegnati a divulgare per esempio le tracce di coltivazione della vite trovate accanto ad alcuni nuraghi o l’evoluzione durante la dominazione spagnola (testi di Mario Sanges, Roberto D’Oriano, Antonio Sanciu, Pier Giorgio Spanu, Pinuccia Simbula, Carla Ferrante, Piero Sanna, Maria Luisa Di Felice, Sandro Ruju, Isabella Zedda Macciò). Da questa agli «Aspetti scientifici, biologici e tecnologici» (ne scrivono Gianni Lovicu, Massimo Labra, Fabrizio De Mattia, Giuseppe Murru, Giovanni Nieddu, Francesco Paschino, Filippo Gambella, Raimondo Garau, Alessandra Del Caro, Enzo Biondo, Giovanni Antonio Farris, Severino Zara, Giacomo Zara, Antonio Piga, Vincenzo Vacca, Daniele Manca, Antonella Casu, Tonino Costa, Giuseppe Sicheri e Luca Deiana).

Storici, economisti ed esperti del settore sono invece gli autori della parte dedicata agli «Aspetti giuridici, normativi ed economici» (testi di Antonello Mattone, Tonino Costa, Maria Giovanna Brandano e Marco Vannini).
Chiude il volume la sezione dedicata a «Letteratura, arte e tradizioni popolari». Qui Giulio e Susanna Paulis si occupano di viticoltura nuragica, mentre Giovanni Pirodda affronta il tema del vino nella letteratura sarda; gli aspetti antropologici dela coltivazione della vite nell’isola vengono analizzati da Giulio Angioni e Salvatore Atzori, mentre Carmen Bilotta scrive sugli utensili e i materiali della vinificazione e si occupa dei rituali del bere. Roberto Cotroneo e Antonella Camarda si occupano invece della vite e del vino nell’iconografia artistica, rispettivamente nel Medioevo e nell’età moderna e contemporanea, mentre Antonio Vodret descrive l’evoluzione dell’etichette e l’immagine del vino sardo al di fuori dell’isola.


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