28 maggio 2010
E' una Sardegna che decresce quella fotografata dal XVII Rapporto CRENoS sull'Economia della Sardegna presentato oggi dal Centro studi universitario, alla presenza dell'economista Tito Boeri e dell'assessore regionale della Programmazione, Giorgio La Spisa.
Le criticità riguardano la bassa competitività e produttività e le carenze "gravi" nelle infrastrutture, capitale umano, capacità tecnologica e innovazione, mentre i fattori positivi riguardano il turismo, in trend positivo dal 2006 rispetto alle previsioni pessimistiche di inizio stagione, e la sanità, per la quale si risparmia sino al 2007 (ma dal 2008 la spesa sanitaria ricomincia a salire). "La Sardegna - dice il Rapporto - risulta essere andata peggio di Italia e Mezzogiorno rispetto ai principali aggregati macroeconomici". In particolare si registra una variazione in negativo dell'1,9% (-1,8% la media nazionale) del prodotto interno lordo pro-capite e, nel complesso, la Sardegna risulta in decrescita nell'intero periodo 2004-2008.
Diminuiti dell'1,7% nel 2008, ed in media dello 0,5% annuo nell'ultimo quinquennio (2004-2008), anche i consumi delle famiglie, e cala, fra il 2003 ed il 2007, la spesa pubblica, a differenza di quanto avvenuto nel Mezzogiorno e nel Paese. La crescita dell'economia si mostra in linea con le altre regioni italiane ma inferiore alla media europea delle regioni con un reddito comparabile e così il reddito pro capite, calcolato a parità di potere d'acquisto, passa dall'89,4% della media europea nel 1995 al 78,4% nel 2007. Le prospettive a breve termine non sono, comunque, buone: mentre per l'Italia le previsioni di primavera della Commissione Europea prevedono una variazione positiva del Pil dello 0,8% nel 2010 e, a politiche invariate, dell'1,4% nel 2011, per la Sardegna sarà difficile fare meglio della media nazionale.
"Sul fronte occupazionale - fa sapere il CRENoS - l'arrivo a scadenza di parte degli interventi di cassa integrazione guadagni straordinaria e il tradizionale ritardo con cui i mercati del lavoro incorporano gli effetti delle recessioni fanno purtroppo prevedere un aumento dal tasso di disoccupazione per tutto l'anno in corso".
Fonte: Unione Sarda del 28 Maggio 2010
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