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Grande crescita della qualità del vino prodotto nell isola, ma la crisi ancora non è passata

vinitaly2010

14 aprile 2010

Qual è lo stato di salute del vino?

La sintesi migliore è quella che traccia Antonio Posadinu, direttore commerciale della Sella & Mosca:«Forse stiamo uscendo dal tunnel buio nel quale eravamo lo scorso anno - dice- nel senso che la situazione non è peggiorata, ma non vedo, per il momento, evidenti segni di miglioramento che ci portino a brindare allo scampato pericolo».

La crisi c’è dunque. Eccome. E si vede anche a Vinitaly 2010 che ha chiuso i battenti ieri dopo 5 giorni di kermesse che ha attirato a Verona 4.200 aziende e 150 mila visitatori. Certo tra gli stand delle diverse regioni italiane e dei padiglioni esteri, è tutto un brillare di luci, specchi, bellissime ragazze con minigonne mozzafiato. Ti giri a sinistra e vedi un grande attore come Gerard Depardieu chiamato a fare da testimonial ai vini friulani. Poi ti volti a destra, strabuzzi gli occhi, e noti nel lettino preso in prestito da qualche beauty farm, attempati uomini in grisaglia, subire con sorniona, mascolina sottomissione i massaggi alle tempie operati da vistose massaggiatrici. «Prego, signore, vuole provare un massaggio alla grappa?»

Una qualità in crescita Praticamente non trovi un vino sbagliato: profumi giusti, struttura, eleganza, bevibilità. Il dato è evidente facendo un giro negli stand. In testa ai gusti dei visitatori ci sono sempre di più Vermentino e Cannonau, ma vengono apprezzati, e molto anche i vini da altri vitigni. «Col Vermentino di Gallura non abbiamo mai problemi- dice Alessandro Mancini titolare della nota azienda di Olbia- i visitatori vengono da noi a colpo sicuro. Finora abbiamo avuto riscontri positivi da questo Vinitaly». «Le difficoltà che incontriamo noi produttori - dice Salvatore Isoni della cantina Pedra Majore di Monti - non sono legate alla qualità dei nostri prodotti che si mantiene sempre alta. Ci servirebbe un aiuto per promuovere le nostre bottiglie e arrivare in altri mercati a prezzi competitivi». Soddisfatta dell’andamento di Vinitaly anche Daniela Pinna dell’azienda Olbios di Olbia e i titolari delle Cantine Surrau di Arzachena. «Quest’anno - dice Gianni Sanna, della Cantina del Vermentino di Monti - abbiamo ripreso a respirare un clima più sereno e ottimista. Speriamo che la crisi nera dello scorso anno sia alle spalle». Gioacchino Sini, titolare dell’azienda «Unmaredivino» di Berchidda, si è presentato al Vinitaly armato di eleganti depliant e libretti illustrativi in italiano, inglese e tedesco. «Soddisfatto dell’accoglienza avuta dal mio Vermentino Bianco Smeraldo - dice - ma soprattutto di quella che ha avuto il Rosso Smeraldo».

L’anarchia dei prezzi . Quanto vale oggi una bottiglia di Vermentino? In alcuni supermercati etichette sarde sono state segnalate a poco più di un euro, in altri a poco meno di due euro. Che cosa succede? «Posso fare un’ipotesi - dice Antonio Posadinu, che a Verona ha presentato i rinnovati vini della sua azienda - Molte cantine hanno sofferto molto la crisi attuale. E capisco che qualcuno si sia fatto prendere dal panico e pur di vendere abbia abbassato, e di molto i prezzi, complicando la situazione generale del comparto. Il problema serio a mio parere è che tutti cerchiamo di vendere il nostro vino nell’isola che, però, ha un mercato limitato. La soluzione obbligata, dunque, è quella di cercare di vendere fuori dall’isola. Ma per farlo occorrerebbe attuare delle forti promozioni. E qui la palla passa, soprattutto, alla Regione. Se non si vende il vino fuori dell’isola si rischia di alimentare un’anarchia dei prezzi e una politica del “si salvi chi può”, con effetti devastanti su tutto il settore». Le proposte «Non sono assolutamente contrario a fare ricorso alla capacità di richiamo di personaggi celebri per attirare visitatori negli stand- dice Marino Dessole presidente della cooperativa Romangia - Ma piuttosto che le veline alla Melissa Satta, presente nello stand Sardegna nel primo giorno della Fiera, punterei su personaggi come Paolo Fresu o celebri artisti isolani. Nel Vinitaly 2011 mi piacerebbe avere migliori spazi negli stand allargando lo spazio dedicato alle degustazioni. Quest’anno devo fare un elogio pubblico all’agronomo-sommelier, ricercatore di Agris Paolo Fiori che ha svolto un ruolo unico nel far apprezzare i vini sardi ai visitatori. Mai avevo visto prima di ora tanta professionalità unita a una formidabile capacità di comunicare il nostro patrimonio vinicolo, i formaggi, i salumi e i dolci sardi.

Da ripetere nei prossimi anni - dice Dessole - è quello dell’incontro tra gli operatori sardi e i buyers». La cultura dei bingiatteris «La crisi si supera puntando su una qualità alta a prezzi giusti - dice Paoletto Contini, delle storiche cantine di Cabras - Madre natura è generosa, sta a noi trovare la tecnologia giusta per fare vini migliori. Abbiamo puntato molto sulla vernaccia giovane con del vermentino allevato sulle ossidiane del Monte Arci e alimentate dal salmastro del Golfo e il profumo della camomilla selvatica: una favola. Questo è il nostro Karmis che incontra anche i favori dei consumatori giovani. A noi interessa fare vino anche per salvare la cultura dei vecchi bingiatteris. Ora e sempre Moscato Per Paolo Fresu è una passione antica. Il suo Moscato di Sennori è un campo di fiori: denso, mieloso, appagante. Straordinario. Una di quei nettari che raramente trovi in vendita. Lo assaggi e capisci perchè davanti al suo stand c’è la fila di buyers che lo vogliono commercializzare in mezzo mondo. «Ne produco solo ottomila bottiglie: lo faccio perchè piace a me». Molto ricercato anche il Moscato Tre Montes della Cantina Romangia, il Moscato di Cagliari della Cantina di Dolianova e l’inimatibile spumante Moscato di Tempio della Cantina Gallura.

Viva le bollicine Ha avuto una gran menzione col rosso Simmaco, ma la passione di Giampiero Deidda di Simaxis sono le bollicine. «Guardi questi due volumi- dice- mi hanno inserito tra i grandi spumantisti». Bella soddisfazione per uno sardo e sardista come Deidda. Un Poeta di Uri A base di Merlot e Cagnulari, «Poeta» ha avuto la gran menzione al concorso enologico, ma il produttore Antonio Cherchi di Uri non ha chiesto stand a Vinitaly. Che eleganza.

Fonte: la Nuova Sardegna del 13 Aprile 2010


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