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Home > Notizie e Rassegna stampa > 2010 > Il Premio Città di Othoca a Santa Giusta
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Il Premio Città di Othoca a Santa Giusta

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14 dicembre 2010

Una due giorni di incontri dedicati alla cultura, alla storia e all’archeologia. Un'affascinante viaggio a ritroso, sulle tracce degli approdi fenici nel triangolo commerciale fra la Neapolis tunisina e gli antichi insediamenti di Tharros ed Othoca, presso la laguna di S. Giusta. Un legame col passato che ancora resiste nella memoria collettiva e nella riscoperta delle testimonianze di oltre 2000 anni fa grazie al prezioso lavoro scientifico condotto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano, dagli studiosi dell’Università e dagli studenti del Curriculum in Archeologia Subacquea di Oristano, guidati dai docenti e dai ricercatori della Soprintendenza.

Il Premio Città di Othoca, organizzato dal Comune di S. Giusta con il patrocinio della Provincia di Oristano, intende ripercorrere le tappe del lavoro fin qui svolto, tributando un plauso alla sensibilità della cittadinanza e all’impegno degli studiosi, con un ciclo di conferenze il 14 e il 15 dicembre 2010, presso il Centro Civico di S. Giusta. Ad aprire gli incontri il convegno dal titolo “I Sardi, i Fenici, il mare: dalle bocche del Tirso a Othoca”, che illustrerà i risultati della recente campagna di scavo condotta nel mese di settembre dagli studiosi della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano e dell' Università di Sassari (curriculum di Archeologia subacquea- Consorzio Uno) presso il sito di S.Elia e lungo il canale Pesaria. Le indagini, che si sono avvalse delle competenze specialistiche codificate da quest’ anno nell’inaugurazione della nuova Scuola Post-Lauream in Archeologia Subacquea (un percorso di Alta formazione istituito dall’ Università di Sassari e che verrà ospitato presso il Consorzio Uno di Oristano), hanno rivelato le modalità di accesso dei Levantini ed infine dei Fenici dalle foci del Fiume Tirso alla laguna di Santa Giusta, dotata di una morfologia profondamente differente dallo stato attuale, sulla cui sponda orientale sorgeva l’insediamento di Othoca.

Lo stanziamento sardo di Sant'Elia appare chiaramente in funzione del controllo dell'accesso alla profonda baia santagiustese da parte dei navigli di mercanti orientali, che dovevano sottoporsi ai "prelievi" dei Sardi. Ad illustrare i risultati dello scavo, che ha restituito materiali di grandissima importanza, anche integri, saranno gli stessi archeologi e docenti protagonisti dell’importante scoperta: Raimondo Zucca, Paolo Bernardini, Piergiorgio Spanu, per l’Università di Sassari, Alice Meloni ed Emanuela Solinas per il Consorzio Uno, Emina Usai, in qualità di archeologa incaricata dalla Soprintendenza. Il secondo appuntamento, a cura di Carla del Vais (Università di Cagliari) ed Emina Usai, sarà dedicato invece alla Necropoli di Santa Severa, e alle nuove ipotesi d’indagine nella laguna.

 


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