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Home > Notizie e Rassegna stampa > 2010 > Il Laboratorio Didattico Calaritano modello nazionale di qualità
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Il Laboratorio Didattico Calaritano modello nazionale di qualità

19 aprile 2010

“Vogliamo portare la vostra sperimentazione a livello di sistema nazionale: il know-how che si sta applicando a Cagliari deve essere applicato anche negli altri Atenei”.

Lo ha detto Emanuela Stefani, direttore della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), intervenendo questa mattina al convegno “Insegnamento e apprendimento”, nell’Aula Magna del Rettorato, riferendosi alla fortunata esperienza del Laboratorio Didattico Calaritano. Presenti all'incontro docenti, presidi di facoltà e presidenti di corso di laurea, l'assessore provinciale alla Pubblica Istruzione, Valentina Savona, e la presidente dell'Ersu, Daniela Noli.

All’inizio dell’incontro, il prorettore vicario, Giorgio Piccaluga ha spiegato che “i parametri nazionali per la ripartizione delle risorse agli atenei sono puramente quantitativi, si presta poca attenzione alla qualità. La nostra Università continua invece a credere nella qualità: siamo convinti che sia la strada giusta, il Laboratorio Calaritano mostra quanto sia decisivo puntare sull’efficacia dell’insegnamento”.

“L’allocazione delle risorse avviene oggi solo sulla base di indicatori numerici – gli ha fatto eco il direttore della Crui – Voi mostrate di voler ragionare su un livello molto più alto: la nostra idea è utilizzare il vostro modello all’interno di un progetto nazionale, e proporlo anche come standard per il sistema della valutazione di tutti gli atenei”. L’appuntamento organizzato dal Centro d’Ateneo per la Qualità diretto dal prof. Vincenzo Solinas è servito per fare il punto sul modello cagliaritano, che ha tra i suoi principali obiettivi la verifica oggettiva dell’apprendimento e della reale capacità di insegnamento: nei mesi scorsi più di 50 docenti dell’Università di Cagliari si sono impegnati sotto la guida di Paolo Orefice, docente dell’Università di Firenze, in passato anche prorettore dell’ateneo toscano per l’innovazione della didattica. Il progetto, cominciato nel gennaio dello scorso anno, terminerà a giugno, con la fase di monitoraggio dei risultati.

“Un periodo di esperienza – ha detto Orefice – necessario per arrivare alla sperimentazione di un modello che parte dal presupposto che la qualità della didattica è legata alla qualità della ricerca. Di fronte al grande problema della grave dispersione degli iscritti, il punto è comprendere che l’insegnamento deve accompagnare l’apprendimento fino all’acquisizione di competenze elevate utili sul mercato del lavoro”. La Cabina di Regia nazionale della Crui ha seguito l’esperimento con grande attenzione, e si appresta ad indicarlo come buona prassi agli altri atenei: “Quella dell’innovazione della didattica universitaria è una sfida che bisogna saper cogliere senza concentrarsi solo sulle emergenze del quotidiano”.

L’iniziativa si sviluppa all’interno del Progetto Qualità, coordinato dal prof. Vincenzo Solinas, e realizzato per accompagnare e supportare, attraverso un’azione specifica di durata triennale, i primi passi verso la qualità del servizio formativo della nostra Università.

Fonte: redazione veb unica.it


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