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I Giganti di Cabras ambasciatori dell'isola «Li porteremo in giro»

5 agosto 2010

Se non saranno i Bronzi di Riace, ancora troppo bisognosi di cure, potrebbero essere i giganti di Mont'e Prama, gli incredibili colossi nuragici scoperti a metà degli anni Settanta in Sardegna e praticamente mai esposti al pubblico, ad andare in tourneè per valorizzare il patrimonio culturale italiano e promuovere al contempo il turismo culturale sull'isola.

A lanciare la provocazione è di nuovo Mario Resca, il direttore generale per la valorizzazione del ministero dei beni culturali. Che per i Giganti ipotizza anche una trasferta a Reggio Calabria: «Se i Bronzi non possono essere spostati -dice - perché non portare da loro i colossi sardi per un incontro dibattito sulla tutela? Affiancarli idealmente ai Bronzi di Riace come capolavori di un modo di concepire la scultura è legittimo», commenta il direttore archeologia del ministero Stefano De Caro. Che raccoglie la palla e ipotizza una mostra , magari a Roma, che metta a confronto i modelli dell'arte greca e l'impressione che queste sculture hanno fatto su mondi "non greci".

L'INCONTRO La provocazione è lanciata. E intanto stamane, Resca sarà a Cagliari, per un incontro al museo nazionale della Cittadella con il sindaco Emilio Floris, con il primo cittadino di Cabras Cristiano Carrus, con il direttore regionale del Mibac Maria Assunta Lorrai e gli assessori regionali alla cultura Lucia Baire e al turismo Sebastiano Sannitu. Obiettivo, «trovare il modo di valorizzare dei capolavori che di fatto ben pochi conoscono», spiega. Quella di «portarli a spasso è una provocazione ma vedremo. Tra l'altro un anno fa era già tutto pronto per esporli alla Maddalena, in occasione del G8».

IL RITROVAMENTO Scoperti nel 1974 da due agricoltori, Sisinnio Poddi e Battista Meli, che trovarono centinaia di frammenti nei loro campi, i Giganti di Mont'e Prama, sono colossali statue in pietra alte anche due metri. Secondo gli studiosi, risalgono all'ultima fase dell'età del bronzo o alla prima dell'età del ferro e sarebbero in qualche modo coevi, anche questo è ritenuto eccezionale, ai celeberrimi bronzetti nuragici.
Scolpiti nella pietra, con fattezze estremamente particolari e affascinanti, sono guerrieri, arcieri, pugilatori e persino modelli di nuraghi».

ENIGMA Un complesso che è ancora un enigma dal punto di vista scientifico, sottolinea, «perchè non è stato risolto il problema della loro funzione, per alcuni si tratterebbe di sculture funerarie -spiega- per altri di sculture santuariali». Oggi, comunque, a restauro quasi concluso (sono state ricostruite 30 statue mentre per altre otto il restauro è in dirittura d'arrivo) i Giganti sono ancora custoditi nel laboratorio di restauro di Li Punti, a Sassari.
MOSTRA Proprio nel laboratorio di Li Punti, annuncia il direttore regionale Maria Assunta Lorrai, in autunno saranno esposti al pubblico in una mostra organizzata per pubblicizzare il lavoro di restauro. «Poi però bisognerà trovargli una collocazione definitiva», sottolinea Lorrai. Anche lei, come Resca, convinta che i colossi nuragici debbano diventare «un simbolo» per la Sardegna e fare da calamita per il turismo. «Perchè no?» commenta: «Anche farli circolare, non tutti, certo, magari una o due opere. Ma è il caso che il mondo li conosca».

Fonte: Unione Sarda del 5 Agosto 2010
 


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