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Chiaramonti: scoperta un’epigrafe medievale relativa a un santo sconosciuto

Chiaramonti: Chiesa Campestre Santa Maria Maddalena

18 giugno 2010

Alcuni anni fa incominciò l’indagine archeologica dell’equipe guidata dal professor Marco Milanese, docente di Archeologia Medievale presso l’Università di Sassari, all’interno della chiesa campestre di Santa Maria Maddalena, situata a cinque chilometri da Chiaramonti, oggi emergono i primi importanti risultati. La chiesa era annessa a un priorato camaldolese e faceva parte del territorio del villaggio medievale scomparso di Orria Pithinna.

Infatti, è stata perimetrata la zona relativa a un monastero camaldolese, individuato il sito dove sorgeva il villaggio e svolte analisi e mappatura delle testimonianze epigrafiche e dei graffiti trovati nella chiesa. Grazie a quest’ultimo studio, svolto da Giuseppe Piras, esperto di epigrafia medievale, è emersa una scoperta sensazionale: decifrando un’epigrafe del XIV secolo, incisa all’esterno della chiesetta meridionale, si è potuta identificare una sepoltura relativa a un certo Autedus, al quale nell’iscrizione viene attribuito l’appellativo di sanctus.

Non si tratta di un santo canonizzato dalla Curia di Roma, ma probabilmente era un personaggio legato al monastero camaldolese – un monaco, o forse un eremita – che per la sua vita integerrima venne proclamato santo dalla comunità di fedeli in modo spontaneo. Le indagini non hanno restituito altre testimonianze relative a Autedus o al suo culto e neanche la toponomastica locale ne serba ricordo. L’ipotesi più palusibile è che questo culto locale sia nato nel XIV secolo contemporaneamente all’epoca drammatica vissuta dalla popolazione di Orria Pithinna e sia morto con l’abbandono del villaggio e del monastero.

La ricerca incominciata dal professor Milanese inaugura un filone importante per il recupero di testimonianze straordinarie per la storia medievale della Sardegna che potranno essere impiegate per sviluppare il turismo culturale e scolastico. Conoscere la storia, le sue dinamiche e i suoi tempi, scoprire l’organizzazione delle popolazioni medievali, valutare le strade con la convinzione che l’archeologia può fornire un contributo determinante per lo studio della storia della società.

Adesso non resta che sperare che le ricerche e gli scavi archeologici possano far riemergere i resti del villaggio e del priorato camaldolese. E che magari conducano alla scoperta del sepolcro del misterioso santo, Autedus.

Fonte: redazione web archeorivista del 18 Giugno 2010


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