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Home > Notizie e Rassegna stampa > 2010 > Università di Sassari-INP di Tunisi: accordo di cooperazione internazionale
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Università di Sassari-INP di Tunisi: accordo di cooperazione internazionale

particolare di mosaico esposto nel Museo Nazionale di Nabeul (Tunisia)

8 aprile 2010

E' stato firmato un accordo di cooperazione internazionale tra l'Ateneo di Sassari e l'Institut National du Patrimoine di Tunisi. L'intesa è finalizzata allo sviluppo di un programma di scavi e ricerche archeologiche nel sito di Nabeul, l'antica Neapolis.

In data venerdì 2 Aprile 2010, in Tunisi, nella sede dell’ Institut National du Patrimoine, il Directeur General dell’INSTITUT NATIONAL DU PATRIMOINE di Tunis, Fethi BEJAOUI e il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Sassari Attilio MASTINO, hanno siglato l’Accord-cadre (Accordo quadro) per la Ricerca Archeologica del porto e delle strutture emporiche della città punica di Neapolis, sulla costa meridionale del Cap Bon, presso Nabeul (Tunisia).
La ricerca vedrà, sin dall’estate 2010, compartecipi docenti e studenti dell’Università di Sassari - Corso di specializzazione in Archeologia subacquea (sede di Oristano) (Professori Piero Bartoloni, Pier Giorgio Spanu e Raimondo Zucca) e dell’Institut National du Patrimoine di Tunisi (Dott- Mounir Fantar).

Programma di ricerca archeologica subacquea e dei paesaggi costieri:
La Ricerca archeologica sarà tesa alla definizione delle strutture portuali e delle infrastrutture a terra connesse al porto di Neapolis d’Africa, mediante metodiche ricerche subacquee e scavo a terra, in relazione alla foce dell’Oued Suhil e dell’Oued Essghir, rispettivamente a nord e a sud dell’area urbana di Neapolis.

La ripresa pressoché contemporanea degli scavi a Nabeul, la Neapolis d' Africa, a cura dell'I.N.P. e del C.N.R.S. e a Santa Maria de Nabui- Guspini, la Neapolis di Sardegna, a opera della Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano e dell'Università di Sassari, offre l'occasione di un'analisi comparata tra le due città omonime, caratterizzate da una storia comune sotto Cartagine, Roma e Bisanzio, in vista di un rapporto diretto tra studiosi e studenti tunisini e italiani, impegnati nelle indagini archeologiche delle due Neapolis, incentrate sul problema della portualità e delle rispettive strutture emporiche.
Il parallelo tra la Neapolis Africae e la Neapolis Sardiniae è scandito dall'apertura dei due empori agli scambi con il mondo greco. In particolare si sottolinea che le due Neapolis ricevono importazioni attiche sin dal VI sec. a.C. e che la Neapolis sarda documenta i più elevati livelli (qualitativi e quantitativi) di ceramiche ateniesi, che potrebbero giustificare la nascita del toponimo ellenico, sia esso o meno un calco di un MQM HDSH punico in Africa o in Sardegna.

Pubblicato da: Team Archeologia Subacquea e Redazione Web Consorzio UNO


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