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AperiTurismo con...Mirko Lalli, CEO & founder Travel Appeal

aperiturismo2018_MirkoLalli

13 giugno 2018

Tra gli speaker del terzo appuntamento, dedicato al tema delle forme e delle tipicità dell'accoglienza in Sardegna, anche Mirko Lalli, CEO e founder di Travel Appeal, la startup che monitora e analizza in tempo reale i dati online del turismo. Mirko Lalli, consulente e formatore nei settori del marketing e dell'innovazione digitale, è stato tra le altre cose ideatore e coordinatore della prima campagna al mondo di marketing digitale per il riposizionamento di una destinazione, la Toscana.

• Ciao Mirko, cosa è per te la tipicità nel turismo e quando diventa un valore aggiunto agli occhi del visitatore?

Dal punto di vista marketing la tipicità è quell’elemento che si trova all’incrocio di due direttrici: l’identità di una destinazione e l’aspetto umano che è parte integrante di quell’identità specifica. Credo che sia più di un valore aggiunto, ma proprio la variabile che maggiormente incide sulla percezione di value-for-money dell’offerta stessa.

Quando invece non diventa un valore aggiunto, ma anzi è percepita come “fuori posto”?

Probabilmente diventa fuori posto quando è stressata e snaturata, slegata dal territorio in modo artificioso, un po’ come le statuette di Pinocchio in vendita negli aeroporti o il prodotto tipico utilizzato per arricchire un’offerta altrimenti debole nei suoi fondamentali. (i.e. se l’hotel è indecente è abbastanza inutile che tu mi faccia trovare la bottiglia del vino del territorio in camera…)

Con Travelappeal avete fatto diverse rilevazioni sullo stato di soddisfazione dei nostri turisti Regione per Regione, cosa emerge per la Sardegna?

Il sentiment della Sardegna, come tutte le regioni italiane, è sempre abbastanza alto. In particolare la Soddisfazione Generale dei viaggiatori è positiva con un 84,6% (media italiana 84,8). Con leggere differenze per la Soddisfazione degli ospiti stranieri: 84,3 (Media italiana: 84.4); Soddisfazione degli ospiti italiani: 84,5 (media italiana: 84.2).

Ci sono aspetti caratteristici che vengono menzionati nei commenti che avete rilevato in modo positivo?

Come accade anche per alcune altre destinazioni italiane è singolare che uno degli argomenti più discussi sia legato alle persone (personale, staff, proprietario, etc…), evidenziando come sia componente fondamentale dell’esperienza turistica proprio il rapporto umano di qualità.

Quali invece le destinazioni top per ogni categoria e perché?

Destinazione TOP è un concetto un po’ ambiguo, analizzando i dati abbiamo provato a misurare sia il numero di contenuti online (direttamente collegato a quante persone visitano la destinazione), sia il sentiment. Abbiamo quindi stilato due classifiche, la prima per numero di contenuti e la seconda per percezione degli ospiti, riporto qui i primi per ogni categoria:

Top per Volume contenuti disponibili online generati di viaggiatori:
Alberghiero: Provincia di Olbia-Tempio
Extralberghiero (agriturismi e b&B): Provincia di Cagliari
Appartamenti e affittacamere: Provincia di Cagliari
Outdoor (campeggi e villaggi): Provincia di Olbia-Tempio

Top per sentiment (soddisfazione dei viaggiatori):
Alberghiero: Provincia di Oristano
Extralberghiero (agrituristi e b&B): Provincia dell'Ogliastra
Appartamenti e affittacamere: Provincia di Nuoro
Outdoor (campeggi e villaggi): Provincia del Medio Campidano

In quale Regione d’Italia rilevate più menzioni relativamente ad aspetti tipici quali architettura, cibo locale, stile di vita, feste e tradizioni?

Abbiamo provato a fare una classifica regionale analizzando i volumi di contenuti che parlavano di aspetti tipici e devo dire che c’è stata qualche sorpresa.

Lalli grafico 1Nella Cartina: Percentuale dei contenuti che parlando di tipicità sul totale dei contenuti regionali

Lalli grafico 2Parliamo di te, da marketing e communication manager di varie aziende a Fondazione Sistema Toscana, dove sei stato responsabile dello sviluppo del brand e delle attività web prima e poi capo del marketing e della comunicazioni, occupandoti di diverse campagne di comunicazione digitale. Dal 2014 hai fondato un’azienda, Travel Appeal, startup con sede in H-Farm e a Firenze che raccoglie e analizza in tempo reale i dati online del settore viaggi e li processa con sistemi di intelligenza artificiale, che oggi conta 30 persone nel team, numero che avete in programma di raddoppiare nei prossimi 18 mesi. Dalla tua esperienza, cosa ti senti di consigliare ad un ragazzo che studia turismo – una disciplina davvero ampia - e che, a breve, dovrà confrontarsi con il mondo del lavoro e magari nel turismo digitale? Investire in formazione, Italia o estero o più in esperienza lavorativa?

Premesso che la formazione è sempre un patrimonio personale che considero inderogabile. Anche durante l’attività lavorativa oggi è sempre più necessario prepararsi a sostenere una fase di apprendimento e aggiornamento costante. Io ho la fortuna di essere per natura molto curioso e trovo molto stimolante mettermi in gioco, confrontarmi e imparare cose nuove. Proprio a dicembre scorso ho passato un periodo in Silicon Valley per frequentare un percorso della Singularity University. E devo dire che guardo il mondo, non solo quello del turismo, con occhi totalmente nuovi! Il turismo è una disciplina multiforme, quindi è necessario sicuramente una fase “esperienziale” per capire la propria dimensione all’interno di questa industry molto variegata. Io personalmente credo che il mondo dei viaggi sia uno dei settori che hanno maggiori probabilità di crescita nel futuro, ma in un periodo di evoluzioni velocissime ed esponenziali la chiave per il successo sia quella di mantenere un equilibrio virtuoso tra esperienze lavorative “di senso” e formazione su temi di frontiera, in modo da essere in grado di gestire il cambiamento e non subirlo. Italia o estero non ha importanza, anche se devo dire che sotto il profilo di arricchimento personale il confronto con altre culture è un elemento determinante.

E invece cosa consigli a chi da tempo lavora nel mondo turismo digitale o affini e abbia voglia di sviluppare un’idea di business in una start up come hai fatto tu?

Questa è una domanda molto difficile…. Tra gli addetti ai lavori si sa che il mondo del turismo, soprattutto i servizi B2C, è tra i settori più complessi e difficili per avviare una startup. I motivi sono abbastanza intuibili: puro Red Ocean! Mercato ipercompetitivo, soglia di entrata enorme, basti pensare alle spese di marketing dei due giganti Booking e Expedia che di fatto drogano il pay-per-click di Google rendendo impossibile investimenti in tal senso di una qualsivoglia startup. Ovviamente alcune prospettive ci sono, secondo me in due direzioni: la prima è quella di sfruttare la velocità e l’agilità di una startup per posizionarsi su tecnologie o servizi che i grandi farebbero fatica a realizzare in tempi brevi. Ad esempio nei prossimi anni vedremo decine di servizi che si appoggiano alla blockchain… qui di spazio ancora ce n’è moltissimo! Oppure seconda strada: lavorare sulle nicchie, poco interessanti per i big, ma spesso sufficientemente ampie per fornire traction a una startup. Ma quello dove falliscono tutti, soprattutto in Italia, non è l’idea, ma l’esecuzione dell’idea che necessita disciplina, duro lavoro, sacrificio e metodo. Senza considerare che appena si paleserà la necessità di trovare investitori e risorse per scalare ci sarà quasi sicuramente bisogno di cercare partner internazionali perché il sistema di VC e investitori “early stage” in Italia è praticamente inesistente…

Mirko Lalli è uno degli speaker del terzo appuntamento di AperiTurismo.

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