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AperiTurismo con... Gianluca, marketing manager del Falkensteiner Resort Capo Boi

Gianluca Borgna

5 aprile 2018

Oggi conosciamo meglio Gianluca Borgna, giovane marketing manager del Falkensteiner Resort Capo Boi.

Ciao Gianluca, quali le sfide più importanti da affrontare come marketing manager di un importante 5* hotel in Sardegna appartenente ad una catena internazionale come la Falkensteiner?

La sfida più importante, per quanto concerne Capo Boi, è sicuramente la bassa stagione. Abbiamo lavorato duro questo inverno (ho vissuto e lavorato 5 mesi a Vienna preparando le nuove strategie commerciali sia per la proprietà di Capo Boi che di Jesolo) per garantire all’albergo una finestra di apertura molto più ampia. E devo dire che è stato un grande successo. A Pasqua, ad esempio, l’hotel era pieno di bellissime famiglie cagliaritane. Perché, come sappiamo tutti, Elmas fuori dall’alta stagione non è così ben servito… Così come le linee bus. Pensate che il bus da Cagliari a Villasimius prende il via a giugno inoltrato. Altri punti da affrontare sono il rafforzamento del nostro posizionamento family attraverso lo sviluppo di nuove attività, nuova offerta F&B, il Falky Concierge - il concierge dei bambini, lo zoo, il cinema all’aperto e l’orto vegetale (seguite sui social la #CapoBoiExperience). Inoltre la destagionalizzazione grazie agli sport Boo[s]tcamps, le cooking classes, il pubblico locale.

• Il vostro è un segmento luxury & family, cosa offre la Fakensteiner Resort di Capo Boi in più alla famiglia che viene in vacanza al mare in Sardegna?

Offriamo un’esperienza e non delle attività anacronistiche. Come dico sempre “Tutti possono vendere una camera, in pochi possono vendere un’esperienza”. Le famiglie trovano da noi un’accoglienza family a 360°: attività disegnate per bambini da 3 a 16 anni, nursery e babysitting interna, uno zoo e un orto vegetale, un meraviglioso cinema sotto le stelle, due playground con giochi di ogni tipo, un diving center e la scuola calcio dell’Hannover e del Cagliari Calcio, corsi di yoga per bambini, corsi di nuoto e tennis con istruttori professionisti e spesso celebrities, il Falky concierge e poi lui, il Falky, la mascotte simbolo della nostra compagnia amatissimo da tutti i bambini. E poi il cibo: abbiamo portato i piatti più amati dai bambini, rendendoli stellati. Il gelato di Marco Serra, uno dei migliori gelatieri del mondo e la pizza di Lentini. Cucina sana e genuina con sempre un occhio per i più piccoli. Nei nostri buffet e nei nostri menu, il kids corner è sempre presente!

• Quali novità avete introdotto per la prossima stagione?

Tra le mille novità: villa bellavista, una villa magnifica a picco sul mare capace di ospitare sino a 10 persone, quindi diciamo due famiglie in media o una molto numerosa; la scuola calcio dell’Hannover ’96 che si aggiunge a quella del Cagliari; il superfood restaurant; il servizio Mangiare daMare; gli Sport Boo[s]tcamps; la festa sarda settimanale con mercatino e produttore di formaggio; i concerti sotto le stelle e una galleria d’arte interna al resort con eventi per famiglie.

• Ci accennavi all’importanza del fattore umano e della continuità del know-how, affinché non si disperda tra le inevitabili chiusure stagionali. Un aspetto spesso sottovalutato. Cosa avete fatto per intercettare e tenere i migliori talenti specializzati nel segmento lusso e family quest’anno?

Semplicemente abbiamo garantito un contratto più lungo. Già la Sardegna non è cosi vicina, se poi ci metti anche il fatto di poter dare contratti di tre mesi, i più brevi, ahimè, non ti prendono in considerazione.. e poi da noi c’è la possibilità di dare continuità con gli altri alberghi della catena, fattore importantissimo.

• Cosa s’impara, secondo te, stando a stretto contatto con una catena internazionale in termini di specializzazione del prodotto e best practices di marketing?

Per me è la prima volta in una catena. La mia precedente esperienza al Grand Hotel & La Pace di Montecatini era completamente diversa. Là discutevo le strategie direttamente con il CEO. Chiaramente, in una compagnia di 35 alberghi e di quasi 200 milioni di fatturato le cose cambiano. Impari le procedure, la logica del brand e del posizionamento ma, soprattutto, impari a lavorare in team. Come tutti sanno, noi creativi, a volte, andiamo un po’ a briglia sciolta. Ecco, la logica di compagnia ti riporta nei binari :)

• Prima della Falkensteiner di Capo Boi, ti sei occupato della Lux World representative come consulente marketing e altri hotel di lusso, cosa consiglieresti ad un imprenditore che vuole investire nell’ospitalità di lusso oggi? Quali sono i fattori più importanti da tenere in considerazione perché un business decolli?

Ho lavorato e sviluppato realtà per il mercato del lusso con un focus particolare nelle mie precedenti esperienze sul mercato ex unione sovietica e paesi emergenti. Il fattore più importante è oggi la qualità del servizio. Al contrario di quanto si pensa, all’interno degli hotel sta prendendo sempre più piede il contatto umano e la personalizzazione del soggiorno. L’hardware è importante, ma il software lo è di più. Nel lusso, la cosa, è ancora più amplificata. Investite sull’anima e sulla qualità del servizio. I ricchi, molte volte, a casa hanno molto di più di quello che voi potreste offrire in hotel. A livello materiale. Esperienza e emozione no, lì potete fare la differenza. Tenetelo a mente.

Quale “lo stato di salute” del turismo di lusso in Italia oggi?

Positivo, dato dai trend internazionali (problemi in Turchia e Egitto, soprattutto). Tuttavia, guardiamoci allo specchio e cerchiamo di capire se è davvero tutto positivo. Le infrastrutture, i contratti di lavoro nel mondo dell’ospitalità che spesso sono al nero, la formazione, le lingue straniere. Ho vissuto 5 mesi a Vienna e se potessimo mischiare la loro organizzazione con la nostra genialità e le nostre bellezze probabilmente saremo davvero i primi al mondo in tutto. Così come nell’assegnazione dei ruoli chiave della promozione a livello nazionale e regionale, spesso si vedono campagne ai limiti dell’imbarazzante. Un mondo clientelare, che purtroppo sopravvive ancora.

• Cosa consiglieresti ad uno studente che si vuole specializzare nel segmento luxury come hai fatto tu?

Viaggiate, imparate l’inglese e fatevi un bello stage nel posto giusto. Penso ai miei due assistenti Alla Pace, ragazzi di Glion che ora sono revenue manager a Londra per la catena The Hox. Oppure le mie assistenti dello scorso anno a Capo Boi, provenienti da Ventana e ora entrambe con un posto di lavoro rispettivamente nella più importante venue di Torino per gli eventi e nell’agenzia più importante in città. Dopo 6 mesi a contatto con il lusso e, soprattutto, con tutto quello che c’è dietro, si riesce a sviluppare e a capire certi meccanismi che purtroppo non si trovano sui libri. Ad esempio, la gestione dell’inhouse marketing e l’aumento delle revenue dai vari outlet. Se non conosci e capisci i tuoi clienti, il segno più rimarrà un’utopia. Io sono un miracolato. Dopo la laurea ho trovato subito la mia strada e dall’ingresso principale. Pensate al mio direttore Andrea Prevosti, uno dei GM più importanti in Italia. Faceva il portiere di notte a Torino e poi è andato a Londra, all’ex Hyde Park Hotel, ora Mandarin Oriental, a fare il lavapiatti. Lì è arrivato al ruolo di F&B Manager. Poi, tornato in Italia, ha aperto 4 alberghi tra i più importanti sul panorama dell’hotellerie.

• Cosa ti rende felice del tuo lavoro?

Lavorare nella terra più bella del mondo. In questo momento.  Per il futuro, non lo so. Questa risposta solamente perché il mio lavoro è bello perché è vario ed ogni volta ha mille sfaccettature diverse :) E, soprattutto, arriva al punto in cui si esaurisce perché l’hotel è arrivato al massimo.  Ed è li che solitamente cerco un’altra sfida :)

Grazie Gianluca!

Gianluca Borgna è uno degli speaker del primo appuntamento di AperiTurismo.

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